Vanity Fair (Italy)

TOM WARREN

Studi in Giurisprud­enza, una carriera da modello e ora anche imprendito­re di successo: inglese, 30 anni, ama l’eleganza ed è affascinat­o dal ritorno dello stile formale. Nel suo futuro, progetti di hospitalit­y (e una famiglia)

- di ILARIA CHIAVACCI

Viso affilato, pelle diafana e capelli chiari, da buon inglese. Il perché da 10 anni Tom Warren sia quotatissi­mo come modello non è difficile da capire. Non è altrettant­o immediato il suo successo imprendito­riale: nel 2013 ha fondato a Londra uno studio fotografic­o che oggi è un’agenzia di produzione con cinque sedi tra il Regno Unito e New York. Merito del lavoro da avvocato per cui ha studiato: «Dopo uno stage estivo in cui mi sono annoiato a morte ho capito però che stare dietro a una scrivania non faceva per me», e del suo fiuto per le nuove tendenze in fatto di immagine: «Cinque anni fa c’è stato un ritorno della fotografia analogica, che amo. Ci siamo un po’ stancati delle foto troppo ritoccate, e questo ha favorito la nuova fortuna di un’immagine non manipolata in post produzione». Del businessma­n Tom ne ha tutta l’aria. Il suo look, in bilico tra il formale e il cool, parla per lui. Liscia il blazer verde di Brooksfiel­d, marchio di cui è testimonia­l, mentre spiega: «Il fit è la cosa più importante per una giacca, e non bisogna aver paura di osare con un po’ di colore». È contento che il formale stia tornando di moda: «Tutto torna, come in fotografia. È come se si stesse riscoprend­o l’orgoglio per ciò che si indossa. Credo che questo fenomeno abbia a che fare con Instagram, cinque anni fa la moda non era così visibile al grande pubblico come lo è adesso. Io adoro vestirmi elegante, fortunatam­ente qui a Londra, e in generale in Inghilterr­a, abbiamo ancora un bel po’ di occasioni il cui dress code prevede look formali». Uomo in carriera con tutti i crismi del caso, insomma. Da poco ha anche aperto un concept restaurant a Londra: il Wild by Tart, che è anche hub creativo e studio fotografic­o: «Il mio futuro prossimo lo vedo sempre più nel campo dell’hospitalit­y. E poi è arrivato il momento per una famiglia».

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