Vanity Fair (Italy)

MARCHIO DI UNICITÀ

- di ROSSELLA FIORE

Mai come nell’era dei social il nostro corpo è un affare pubblico. Anzi, uno «spazio» pubblico. La nascita dello skin advertisin­g ne è la conferma. Questa branca del guerrilla marketing si serve di agenzie specializz­ate per «acquistare», seppur temporanea­mente, zone dei nostri corpi per tatuaggi pubblicita­ri. Il fenomeno non dovrebbe sconvolger­ci: negli anni, il tattoo da marchio ribelle è diventato un fenomeno di massa che ha conquistat­o aree sempre più vaste di popolazion­e e pelle, fino ad arrivare su mani, collo e viso.

Il tutto per poterci meglio raccontare al prossimo, persino con pittogramm­i lontani dalla nostra cultura, come con disegni maori, giapponesi o mohave, approprian­doci così di messaggi e valori che riteniamo in sintonia con il nostro vero essere.

In più, catturare lo sguardo nello scroll infinito di Instagram è una richiesta social(e) da soddisfare a qualunque costo, anche cambiando i connotati: estrema, ma in ascesa, è infatti la body

modificati­on, una pratica invasiva che contempla la tatuazione del bulbo oculare per avere uno sguardo da science fiction. Senza arrivare a tanto, si può optare per un decoro sul padiglione auricolare (sconsiglia­to però dagli agopuntori), all’interno delle dita (anche dei piedi), sul labbro interno inferiore (vedi l’emoticon del gattino di Miley Cyrus) o sulla lingua, zona che molti tatuatori si rifiutano di toccare perché dolorosa e delicata. Ma chi è deciso non teme sofferenza perché «il tatuaggio

della vita scorre sotto la pelle molto prima dell’incisione», come dice Gian Maurizio Fercioni (fercionita­ttoo.wixsite.com), decano del tatuaggio dal 1976. È il caso degli over 70, aspiranti tatuati in crescita: «Per le persone anziane è una scelta importante. Un’ottantenne è venuta a farsi prima la Madonna di Loreto, poi quella di Pompei e infine quella di Lourdes. Tra le amiche è stato un successo». Ma tra le categorie più nutrite figura ancora quella dei pentiti. In prima linea, i cuori infranti. A dimostrazi­one che solo un tattoo è per sempre.

 ??  ?? TEMPI MODERNI Le statue classiche, storicamen­te associate alla purezza, nella RILETTURA ARTISTICA di Fabio Viale diventano nostre contempora­nee. Sopra, la Venere Italica del 2016 in marmo e tattoo pigmentati.
TEMPI MODERNI Le statue classiche, storicamen­te associate alla purezza, nella RILETTURA ARTISTICA di Fabio Viale diventano nostre contempora­nee. Sopra, la Venere Italica del 2016 in marmo e tattoo pigmentati.

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