Vanity Fair (Italy)

IL DESTINO DI UNA TOP

- di ILARIA CHIAVACCI

Quindici euro e un biglietto di autobus per Parigi. Inizia così la carriera di Hannelore Knuts, 41 anni, super model che negli anni Duemila ha contribuit­o al successo della belgian wave di creativi e modelle belgi. «Mi sembrava un affare. Al tempo studiavo fotografia all’Accademia di Anversa e sfilavo per i miei compagni del corso di fashion design. Non c’erano i cellulari e un giorno ho trovato nell’armadietto una nota in cui Veronique Branquinho mi chiedeva di sfilare per lei a Parigi». Maglione sottile, jeans larghi e gambe incrociate, Hannelore è pronta per l’intervista neanche due minuti dopo aver finito l’ultimo scatto di questo servizio. «Preferisco rimanere nel flow. Poi quando stacco, stacco, e lascio il lavoro fuori dalla mia vita». Per esserci entrata per caso nella moda ci è rimasta parecchio, ha superato i 20 anni di carriera nel 2017... «All’inizio ero totalmente sopraffatt­a, piangevo sempre: mi veniva da urlare che dovevo sedermi, mangiare. Facevo anche sette sfilate in un giorno, ma di moda non conoscevo niente. Giusto Jean Paul Gaultier, che aveva disegnato il reggiseno iconico di Madonna con le coppe a punta. Sapevo però chi fossero Kate Moss e Naomi Campbell, ed è stato quando mi sono trovata in mezzo a loro in uno show che ho capito a che livello fossi arrivata». Nostalgia di quegli anni? «Oggi è tutto troppo veloce. Con le collezioni cruise sempre più importanti non ci sono più due stagioni, ma quattro, e un volto nuovo ogni anno. Io ero abituata a ragionare a lungo termine, ad avere il tempo di imparare e pensare a un business plan con un senso. Adesso c’è la sensazione di dover accettare tutto per non perdere il tuo treno. Non c’è tempo per essere creativi». Le è mai pesata l’etichetta di icona androgina? «Moltissimo. Sfilavo con i look più noiosi e protestavo per avere abiti da sera. Un giorno poi Edward Enninful (direttore di Vogue Uk, ndr) mi disse che dovevo prenderlo come un compliment­o: c’era bisogno di me per rendere il look più bello». Oggi le modelle si autocelebr­ano con Instagram, lei lo fece con una retrospett­iva su di sé: Ultramegal­ore. «Me lo chiese il museo di Hasselt, la mia città. Io però l’ho incentrata su tutto quello che mi aveva ispirata e fatta diventare quella che ero. Mandai un registrato­re a Nick Cave chiedendog­li con una lettera molto personale, da fan teenager, di dire Welcome. Lui me lo rimandò con cinque differenti intonazion­i. E ogni volta che entrava qualcuno veniva accolto dalla sua voce».

 ??  ?? Collana d’argento, PIANEGONDA. Pagina accanto: miniabito con oblò, BYBLOS. Abito di paillettes indossato sotto, DIXIE. Occhiali da sole, ALAIN MIKLI PARIS. Anelli, TIFFANY & CO. Collant, CALZEDONIA. Sandali di pelle argentata, JIMMY CHOO. Ha collaborat­o Adriana Pinto de Azevedo. Make-up Sissy Belloglio@W-MManagemen­t using Mac Cosmetics. Hair Stefano Gatti@W-MManagemen­t using R+Co. Hannelore Knuts è rappresent­ata da Special Management.
Collana d’argento, PIANEGONDA. Pagina accanto: miniabito con oblò, BYBLOS. Abito di paillettes indossato sotto, DIXIE. Occhiali da sole, ALAIN MIKLI PARIS. Anelli, TIFFANY & CO. Collant, CALZEDONIA. Sandali di pelle argentata, JIMMY CHOO. Ha collaborat­o Adriana Pinto de Azevedo. Make-up Sissy Belloglio@W-MManagemen­t using Mac Cosmetics. Hair Stefano Gatti@W-MManagemen­t using R+Co. Hannelore Knuts è rappresent­ata da Special Management.

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