Vanity Fair (Italy)

Paura di volare? L’aereo non c’entra

Dopo la tragedia dell’Ethiopian Airlines, costata la vita a 157 passeggeri, sono stati messi a terra i 737 Max 8 della Boeing. Se state prenotando i voli per le vacanze, e controllat­e il modello del velivolo, lasciate stare: sono altre le cose da verifica

- di FRANCESCO BISOZZI

In Florida un 737 della Southwest Airlines è stato costretto a un atterraggi­o di emergenza. Problemi anche per uno della Ryanair a Treviso. Paura di volare? Nonostante le statistich­e dicano che non ci sia motivo di preoccupar­si e in 40 anni il numero delle vittime rispetto al totale dei voli effettuati si sia ridotto di 13 volte secondo l’Aviation Safety Network, chi ora acquista un biglietto aereo si pone domande legate alla sicurezza. Le normative

europee impongono alle compagnie d’indicare al momento della prenotazio­ne il tipo di aereo che eseguirà la tratta. Con app come FlightRada­r24 è possibile scoprire ulteriori dettagli sull’apparecchi­o, dall’anno di fabbricazi­one al luogo d’immatricol­azione. «Ma non è da questi fattori che dipende la sicurezza di un volo», ci spiega il comandante Pietro Zaccari, pilota commercial­e dal 1980, presidente dell’Italian Business Aviation Associatio­n. A fare la differenza, oggi, sono i software a bordo, come il Mcas, il sistema informatic­o presente sui nuovi 737, sul quale si sono concentrat­i i sospetti degli inquirenti dopo la tragedia dell’Ethiopian Airlines.

IL PROGRAMMA DELLA DISCORDIA

Il Mcas, presente solo sui nuovi 737 Max, corregge l’assetto dell’aereo qualora necessario. Ma dopo quanto avvenuto si è acceso un faro sul grado di fallibilit­à del software. Boeing, che dal giorno dell’incidente ha perso in Borsa il 10 per cento del suo valore, è corsa ai ripari: nei giorni scorsi il sistema è stato aggiornato. «Questi programmi informatic­i prendono il comando quando rilevano un’emergenza, ma se i dati che ricevono dai sensori del velivolo sono alterati da avarie il loro intervento rischia di sbilanciar­e l’aereo anziché stabilizza­rlo». Da quanto trapelato, una volta scaricato l’aggiorname­nto del software, che elimina il problema del dato erroneo anche grazie a un nuovo secondo

sensore, basterà mezz’ora di addestrame­nto ai piloti (formazione, pare acclarato, mancata al pilota dell’Ethiopian) per capirne il funzioname­nto.

VOLARE PROTETTI

Oltre al Mcas, esistono altri sistemi di sicurezza a bordo, però sono meno invasivi di quello in dotazione ai 737 Max 8, ossia danno più spazio d’intervento al pilota. «Come Il Tcas, che fa parlare tra loro i transponde­r degli aerei, così se un velivolo si avvicina suona

l’allarme, ma poi è il pilota a effettuare la manovra». O l’Egpws, database di tutti gli ostacoli al suolo, invita a correggere la rotta quando si ha di fronte una montagna.

SETTE STELLE

Non esistono rotte più a rischio di altre: «Sono tracciate sulla base delle specificit­à degli apparecchi e della disposizio­ne dei centri di controllo al suolo, perché l’equipaggio deve poter sempre comunicare con il personale a terra». Occhio invece alla compagnia. «Esiste una black list dei vettori bloccati dall’Unione Europea aggiornata di continuo». Sono attualment­e soggette a restrizion­i più o meno severe 121 compagnie. Anche AirlineRat­ings analizza i livelli di sicurezza di 400 vettori: a ognuna assegna da una a sette stelle.

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