Vanity Fair (Italy)

EXTREME BEAUTY

- foto JEAN RANOBRAC

Le sue foto in 3D con make-up scenografi­ci e costumi incredibil­i fanno impazzire Instagram: a tu per tu con Tiggy Thorn, l’artista che anima le notti del Kindergart­en, il queer party più esclusivo di Parigi di ALESSANDRA PELLEGRINO Di notte è l’anima di «Kindergart­en», il queer party più famoso di Parigi. Di giorno riempie il proƒlo Instagram @tiggythorn (oltre 16 mila follower) con scatti 3D in costumi kawaii e make-up scenograƒci. 25 anni, nome d’arte Tiggy Thorn, è l’artista che sta riportando in auge la scena newyorches­e anni ’80 del Club Kids. «Tiggy è un personaggi­o che ho creato per esprimere me stesso», racconta. «Una tela bianca su cui lavorare e divertirmi». Come è iniziato il suo rapporto con la scena drag? «Mi è sempre piaciuta. A un certo punto mi sono reso conto che poteva darmi una grandissim­a libertà di espression­e e ho deciso di passare da semplice spettatore ad attore». Ci parli di «Kindergart­en», la serata di cui segue la direzione creativa. «Molto più di una semplice festa, è un posto sicuro dove goderti la musica, gli spettacoli e incontrare nuova gente. Chiunque tu sia, qualunque sia la tua età, l’identità, l’orientamen­to sessuale: se sei rispettoso, sei il benvenuto». I suoi look sono incredibil­i, quasi sculture. Che importanza ha l’arte nel suo lavoro? «Tantissima, ho artisti di riferiment­o eterogenei. Da Antony & the Johnsons a Björk, da Louise Bourgeois a Hans Bellmer, ƒno a Takashi Murakami e Joan Miró». Il miglior costume di sempre. «L’abito-cigno indossato da Björk al Festival di Cannes nel 2001. Iconico». Quello che ha avuto più like su Instagram. «La tuta da orso di peluche rosa e viola. Divertente da realizzare, pesante da indossare». Quanto tempo ci vuole per creare uno scatto? «Dipende. Al momento sto lavorando con due artisti straordina­ri: il fotografo Jean Ranobrac e l’artista 3D Hasim Akbaba, che mi aiuta a creare ottimi contenuti nel più breve tempo possibile». Che cos’è la bellezza per lei? «È un concetto molto astratto. La riconosco perché mi fa provare sensazioni: rido, piango, mi commuovo, mi turbo. Una cosa è certa: c’è sempre del brutto nel bello e viceversa».

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