Tu vuoi un tortello a misura di bocca
finché non si sarà esaurito il tempo per l’eventuale richiesta di un referendum abrogativo (tre mesi) e per il ridisegno dei collegi elettorali, che devono diminuire di numero e ingrandirsi. Se poi il referendum abrogativo venisse organizzato per davvero (come sembra), la legislatura non potrebbe aver termine prima del 2021.
SIRIA
Trump, conoscendo le intenzioni di Erdogan, ha ritirato i mille soldati americani di stanza in Siria, dichiarando che gli Stati Uniti non hanno niente a che fare «con queste guerre tribali». Erdogan ha così potuto dare inizio all’invasione dei 50 mila chilometri quadrati della Siria settentrionale, un tempo occupati dall’Isis e adesso patria dei curdi che, proprio insieme agli americani, scacciarono da qui i terroristi di al Baghdadi. Secondo Erdogan, questi curdi – riuniti nella sigla Ypg (Unità di Protezione Popolare) – sono terroristi a loro volta e va quindi impedito loro di riunirsi in nazione.
I curdi – quattro milioni e mezzo di uomini, donne e bambini – sono il più grande popolo senza patria, vivono sparsi tra Siria, Turchia, Iraq e Iran, traditi da più di un secolo dalle promesse dei Paesi ricchi. L’attacco turco ha già prodotto centinaia di morti tra i civili e ridato la libertà a qualche centinaio di miliziani dell’Isis, che erano rinchiusi soprattutto nel campo di Al-Hol, finora sotto il controllo curdo, oppure nella prigione di Chirkin, bombardata infatti dai turchi. Gli ex Isis prigionieri nel Nord della Siria sono 12 mila, 82 mila se si tiene conto dei familiari. Questi uomini del terrore islamico potrebbero spostarsi in Europa e riprendere a uccidere. Tra loro ci sono anche degli italiani.
Le proteste di Germania, Francia, Italia, Polonia, degli Usa che minacciano sanzioni, dell’Onu e di altri Paesi si direbbero scritte sull’acqua: Erdogan ha fatto sapere che a qualunque iniziativa concreta risponderebbe aprendo i cancelli dei campi dove tiene 3,6 milioni di profughi siriani. Costoro – è certo – invaderebbero subito le città europee. Gli unici che sarebbero seriamente intenzionati a far qualcosa sembrano gli iraniani, contrarissimi all’invasione della Siria e fino a ieri alleati di Ankara. Presa di distanza anche dall’altro alleato, Putin.
DE BENEDETTI
Carlo De Benedetti, per riprendersi Repubblica, ha offerto 25 centesimi per azione ai figli che, attraverso la Cir, controllano la Gedi, la società che possiede anche La Stampa, Il Secolo XIX e il settimanale L’Espresso. 25 centesimi è la quotazione che il titolo Gedi aveva in Borsa giovedì 10 ottobre, vigilia dell’iniziativa dell’Ingegnere. I figli hanno giudicato l’offerta «irricevibile». Carlo De Benedetti, nel suo comunicato, annuncia che rilancerà il giornale, nonostante le difficoltà del settore. Il direttore Carlo Verdelli non è in pericolo: De Benedetti ne ha da poco esaltato il genio in televisione. La redazione sembra favorevole al ritorno del suo antico presidente.
Polemiche per il Nobel per la Letteratura 2019 assegnato all’austriaco Peter Handke, che a suo tempo si schierò con la Serbia e il massacratore Milosevic. Alla comunità letteraria Handke – un nemico dichiarato, fino a ieri, del premio Nobel, secondo lui «da abolire» – è in genere antipatico, ma agli attacchi per la faccenda di Milosevic ha risposto che uno scrittore va giudicato non per le sue eventuali idee politiche, ma per le sue qualità letterarie. I signori di Stoccolma hanno anche assegnato il Nobel per la Letteratura dell’anno scorso, quando il premio fu sospeso per uno scandalo sessuale. La vincitrice è la polacca Olga Tokarczuk.
UNICREDIT
Unicredit è la prima banca italiana a imporre tassi negativi ai suoi correntisti, sia pure limitando la stangata ai più ricchi, quelli che tengono sul conto almeno centomila euro. Costoro, quando rivorranno i loro soldi, si vedranno restituire una somma inferiore a quella che hanno depositato.
La misura è una risposta al pacchetto della Bce per rilanciare la crescita, che prevede un tasso negativo dello 0,5 per cento sui depositi delle banche. In Europa il tasso negativo ha già una sua diffusione: la Berliner Volksbank, la seconda più grande banca cooperativa tedesca, applica un tasso del -0,5% su depositi superiori a 100 mila euro. La danese Jyske Bank addebita lo 0,75%.
REDDITO
A sei mesi dall’avvio del reddito di cittadinanza nessuno dei primi 704 mila beneficiari considerati «occupabili» ha ancora firmato un contratto di lavoro. Chiamati dai centri per l’impiego – per telefono o attraverso sms o per mail – nel 30-40% dei casi non rispondono.