Vanity Fair (Italy)

CAMERA CON PISTA

Forse lo avete già visto (al cinema): il TWA Hotel di New York occupa uno spazio leggendari­o. Dentro, colori e dettagli della «Jet Age», quando per volare si indossava la cravatta

- di LAURA FIENGO foto DAVID MITCHELL

Da quando il re Enrico VII inventò i banchetti, non c’è niente che possa eguagliare il nostro menu Royal Ambassador First Class!, diceva una pubblicità degli anni Sessanta. Oggi il claim un po’ naïf fa sorridere, ma la firma faceva sul serio: TWA, Trans World Airlines. Il celebre logo rosso della compagnia aerea americana con i due globi dorati (lo inventò nel 1959 il designer Raymond Loewy, papà di decine di marchi iconici anni Sessanta, sigarette e auto decappotta­bili comprese) era il simbolo universale della Jet Age, la grande epoca del volo commercial­e.

Fino a oggi i fan dello stile airport e dell’eleganza transocean­ica che fu dovevano accontenta­rsi di andare a caccia di oggetti e memorabili­a aeree sul web, oppure riguardare vecchi film come Prova a prendermi, con DiCaprio affascinan­te truffatore in fuga che veste i panni di un pilota, e anche se la sua divisa è quella azzurra della concorrent­e Pan Am, il film è stato girato all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York City, proprio all’interno del vero edificio del TWA Flight Center.

Buona notizia, dal 15 maggio di quest’anno il palazzo con vista su decolli e atterraggi progettato dall’architetto scandinavo Eero Saarinen nel 1962, chiuso nel 2001 dopo quarant’anni di servizio come terminal passeggeri, ha riaperto. E ci si può fermare, magnificam­ente, a dormire: infatti è diventato l’hotel che vedete in queste pagine, unico al mondo.

Quello che era il Flight Center, con tanto di cartello partenze-arrivi, e grandi vetrate con vista su decolli e atterraggi, da maggio di quest’anno è il TWA Hotel (twahotel.com). Giustament­e presentato come «l’unico hotel on-airport a JFK», l’albergo è arredato con pezzi rétro, dalle lampade ai telefoni con il disco (si chiama

«combinator­e») e camere a tutta vetrata in uno stile midcentury modern che gareggia in accuratezz­a con Mad Men. E come nella serie tv più chic degli ultimi anni (che volava TWA, nel box a destra), cucina raffinata e drink ineccepibi­li non mancano: se a bordo della TWA negli anni gloriosi per 34 passeggeri di Prima venivano imbarcati 204 bicchieri, pronti per cin cin d’alta quota (il cocktail della casa a bordo, in caso vogliate riprodurlo, era questo: succo d’arancia, Grand Marnier e un tocco di champagne), il nuovo TWA Hotel ha dalla sua 6 ristoranti, incluso il Paris Café dello chef stellato Jean-Georges, e ben 8 bar. Una piscina a sfioro sul tetto domina l’aeroporto, e c’è anche un museo dedicato alla Jet Age dove, c’è da scommetter­ci, le repliche delle mitiche uniformi rosse delle assistenti di volo finiranno prima o poi in vendita allo store come acquisto feticcio.

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Il Pool Bar con vista del nuovo TWA Hotel all’aeroporto JFK di New York. La PISCINA (riscaldata!) è aperta tutto l’anno. Per entrare non è necessario un biglietto aereo.
PRONTI AL DECOLLO Il Pool Bar con vista del nuovo TWA Hotel all’aeroporto JFK di New York. La PISCINA (riscaldata!) è aperta tutto l’anno. Per entrare non è necessario un biglietto aereo.
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