Vanity Fair (Italy)

PRESENTE GIORGIO DELL’ARTI

La settimana in 5 minuti

- LA SETTIMANA IN CINQUE MINUTI — di GIORGIO DELL’ARTI

Mamma e figlio sono d’accordo: lui avrà il suo cellulare, ma la mamma potrà controllar­e quello che combina. Così un giorno la mamma va a vedere, e scopre che su WhatsApp il figlio, di 13 anni, ha caricato una chat che si chiama «The Shoah Party».

Cliccando, il primo messaggio è una bestemmia. Segue un video dove si vedono due bambini di 7-9 anni impegnati in un rapporto omosessual­e. Quindi un partouze a tre fra due piccoli di 10 anni e una bambina di 6.

A ogni clic è un insulto, un inno ai nazisti o a Mussolini o alla jihad, con seguito di anatemi sugli ebrei e un torrente di oscenità. La mamma chiama altri due genitori per concordare con loro qualcosa da fare. I due genitori non danno alla cosa la minima importanza. La mamma, allora, va in Procura e denuncia il figlio, e con il figlio tutti gli altri. La Procura è quella di Siena.

Dopo 26 perquisizi­oni in tutt’Italia, la Procura inscrive nel registro degli indagati oltre 20 ragazzi tra cui molti minorenni. Seguono articoli sui giornali, lacrime, editoriali, pentimenti, eccetera.

Erika Lucchesi, di anni 19, livornese, si fa portare da un paio di amici al Mind Club di Sovigliana, frazione di Vinci (Firenze), e alle 4.14 del mattino perde i sensi e s’accascia su una poltrona. Ben presto rantola. Le fanno il massaggio cardiaco, la respirazio­ne bocca a bocca. Ma niente. Prima delle 5 è cadavere, prima delle 7 arriva la madre, che sviene. Albeggia e gli agenti, chiedendo in giro, scoprono che Erika non ha fatto che bere e buttar giù pastiglie. Poche ore prima, vicino alla discoteca, erano stati arrestati due spacciator­i. Il Mind Club un tempo si chiamava Jaiss. Il Jaiss era stato chiuso parecchie volte per via dello spaccio. L’ultima volta l’anno scorso, circolava ancora droga, sintetica e no. La sera in cui è morta la Lucchesi era la festa del «re-opening», la riapertura dopo le disavventu­re del passato.

I NOSTRI FIGLI/3

Rosario Musso, di vent’anni, sta guidando a tavoletta una Bmw 3000. Sono le 4.30 del mattino, siamo sulla provincial­e 38, fra Belmonte e Misilmeri, in provincia di Palermo. Rosario ha con sé i quattro amici con cui ha trascorso la notte. Ha bevuto, s’è impasticca­to. Va a sbattere su un ulivo, la macchina si ribalta, finisce in una scarpata, prende fuoco. Prendono fuoco anche gli abiti dei cinque ragazzi. Giorgio Casella, di anni 17, e Kevin Vincenzo La Ciura, di anni 16, muoiono carbonizza­ti. Gli altri li portano in ospedale. Rosario finisce in galera. Poco prima della tragedia aveva postato su Instagram la foto della bottiglia di champagne che teneva a mo’ di trofeo sul cruscotto.

BREXIT

Boris Johnson ha raggiunto con l’Unione europea un’intesa che consentire­bbe alla Gran Bretagna di uscire dalla Ue, il prossimo 31 ottobre, ordinatame­nte. Ma bisogna che prima l’intesa venga approvata dal Parlamento inglese. E sabato 19 ottobre, invece, il

Parlamento inglese vota una mozione che obbliga Johnson a chiedere a Bruxelles un rinvio dell’uscita. Johnson non è d’accordo, ma è obbligato a scrivere agli eurocrati una lettera con cui chiede questo rinvio. Però non la firma e la accompagna invece con altre due lettere firmate in cui chiede ai medesimi eurocrati di non concedere il rinvio chiesto con la lettera non firmata. Poteva Boris Johnson fare quello che ha fatto? Polemiche a non finire, impossibil­ità di capire che cosa succederà a questo punto.

CILE

Il Cile, già lodato a suo tempo per il sistema pensionist­ico, è in realtà un Paese alla fame, con reddito medio di 500 euro al mese. La risorsa principale del Paese, il rame, è in mano ai privati, quasi mai cileni (inglesi, australian­i, eccetera). Così, quando il governo, che non sa più dove prendere soldi, ha annunciato un aumento del prezzo dei biglietti dell’autobus, la gente è scesa in strada, s’è messa a saccheggia­re supermerca­ti, a incendiare tutto quello che le capitava a tiro. I morti finora sono otto, gli arresti 1.500. Le strade sono presidiate da esercito e carri armati, a Santiago è stato imposto un coprifuoco totale dalle 9 di sera alle 7 del mattino. Il rincaro del biglietto degli autobus era di 30 pesos, 4 centesimi di euro.

VERTEBRE

Al Rizzoli di Bologna, équipe del professor Alessandro Gasbarrini, sono state trapiantat­e, prima volta nella storia della chirurgia, 4 vertebre umane tratte da un cadavere su un paziente di 77 anni. L’intervento è durato 12 ore.

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CHRISTINA KOCH, 40 anni, e JESSICA MEIR, 42, le prime donne a passeggiar­e nello spazio senza la compagnia di un maschio. Uscite dalla Stazione spaziale Iss, sono rimaste a lavorare per aria 7 ore e 17 minuti.

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