Vanity Fair (Italy)

Quando l’etnia determina il destino

Una famiglia afroameric­ana nel post uragano Katrina. Arriva La libertà possibile

- Di IRENE BIGNARDI

Oramai abbiamo ricevuto il messaggio: tutte le famiglie felici sono felici allo stesso modo, quelle infelici lo sono a modo loro. La regola vale anche per la famiglia di colore raccontata e seguita per tre generazion­i da Margaret Wilkerson Sexton, giovane scrittrice afroameric­ana di New Orleans, in

La libertà possibile

(Fazi, pagg. 310, € 17; traduzione di Arianna Pelagalli), un libro più interessan­te che bello, più curiosità e saggio antropolog­ico che romanzo.

L’autrice, che per questo suo debutto è stata nominata al prestigios­o National

Book Award, mette in scena le sue cronache familiari sullo sfondo di una New Orleans del dopo uragano Katrina che potrebbe essere una qualsiasi città del Sud degli Stati Uniti, tutta centri commercial­i, zone degradate, università di secondo livello, droga e dintorni. La storia è frammentat­a in capitoli incentrati su diversi personaggi ed epoche: si comincia ai tempi della Seconda guerra mondiale, con la benestante Evelyn che si innamora, contro il volere della propria famiglia, dello spiantato Renard che poi parte per arruolarsi; si prosegue con Jackie, figlia di Evelyn e madre single perché mollata dal marito tossicodip­endente, e si conclude nel 2010 con T.C., il figlio di Jackie appena uscito di prigione.

Il filo rosso è quello della questione razziale, che determina il destino e le scelte imposte, spesso, unicamente dal colore della pelle: queste sono le pagine più avvincenti di un libro che sa un po’ di déjà-vu.

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