Erlend Øye e il buen retiro siciliano
Negli anni Duemila era nei Kings of Convenience, oggi Erlend Øye vive a Siracusa, odia Sanremo e ha trovato una nuova dimensione
Nei primi anni Duemila Erlend Øye ha creato con i Kings of Convenience uno dei sound più riconoscibili del periodo, una versione sussurrata del rock. Poi il ragazzo norvegese si è innamorato della Sicilia e della musica italiana, si è trasferito a Siracusa, ha iniziato a cantare nella nostra lingua e a fare cover stralunate di Mina, Bruno Martino, Gino Paoli. A settembre ha pubblicato Paradiso, nuovo singolo con la band La comitiva, su una sensazione molto siciliana: il momento di fine estate quando i tuoi amici tornano al Nord.
Non ha mai problemi di identità?
«Ce li ha il telefono, continua a chiedermi: Erlend, dove sei? Mi dici la tua posizione esatta? Ma non lo so, sono in Norvegia, in Italia, in Argentina, non mi stressare».
È faticoso essere così in un mondo che promuove confini chiusi?
«A volte sì. Non ci si rende conto di quanto la musica sia fluida. Si analizzano la Sicilia e l’Italia come quelle di cento anni fa. “Sei ispirato dalla pizzica? Ti piace la taranta?”. Ma basta con questi cliché».
Il mercato musicale ha bisogno di certezze.
«Già. Infatti Paradiso non è considerata nelle playlist di Spotify. Troppo irregolare».
Potrebbe andare a Sanremo, per sparigliare ancora.
«Mi hanno chiesto tre volte di andarci in gara. Ma sono contrario, competere fa male, ti spinge a trasformarti in un format, a diventare meno interessante. La musica non è sport».
Ha fatto qualche nuova scoperta italiana per le sue cover?
«C’è una canzone di Lucio Dalla che mi piace molto, Washington, degli anni ’80, ha un groove disco che mi fa pensare ai Whitest Boy Alive (altra band di Øye, ndr). E Giorgio Poi, il mio cantante italiano contemporaneo preferito. Spero non vada a Sanremo».
L’Italia l’ha cambiata?
«Sono cambiate le mie opinioni politiche. Ero di sinistra, ora non ne sono più sicuro».
È l’effetto della sinistra italiana.
«La sinistra vuole insegnare alle persone cosa fare, come essere, come vivere. A Siracusa ha liberalizzato tutto, ma non è un posto adatto alla modernità. Milano può essere moderna, Siracusa deve rimanere Siracusa».
I Kings of Convenience torneranno?
«Avevamo registrato pezzi per un album, ma mi deprimevano. Ora ci stiamo riprovando».
Che cosa la deprimeva?
«Lottiamo contro i nostri vecchi dischi, è difficile competere. In italiano faccio ciò che voglio, è un esercizio di libertà. I Kings of Convenience sono burocratici, tutto va discusso».