Vanity Fair (Italy)

DARIA BIGNARDI

Salto nel buio

- ORA DARIA — di DARIA BIGNARDI

Quando un libro, un’opera d’arte, un film, mette a disagio, quasi sempre vuol dire che ha qualcosa di buono. Ho letto Svegliami a mezzanotte di Fuani Marino (Einaudi) il giorno che è uscito. A dirla tutta mi ha rovinato il weekend e avevo deciso di non scriverne e cercato di dimenticar­lo perché è un libro che racconta una storia molto delicata: quella di un suicidio. Una giovane donna − madre da tre mesi − si butta dal quarto piano.

«Sentì dall’altra stanza il marito chiedere: Cos’è stato? E allora Nuccia oltrepassò la porta finestra, aperta, per affacciars­i al balcone, ma vide sotto di sé solo le teste degli inquilini del primo piano che si erano già sporti, e poi qualcuno dire oddio, e ancora passi concitati per le scale del palazzo e nell’androne e un capannello di persone che le impediva la vista. E poi finalmente vide. Quel sacco nero ero io».

Quel sacco nero è una persona fortunata, almeno dal punto di vista del lettore: non solo non muore, ma dopo quattro mesi di ospedale torna a casa e dopo un periodo di riabilitaz­ione torna a fare una vita normale. Normale per modo di dire: quella donna ha un disturbo bipolare con cui dovrà fare i conti per sempre. La storia di Fuani Marino è raccontata con asciuttezz­a e disincanto e fa male perché sbatte in faccia cose che molti, donne e uomini, hanno provato, e di cui si vergognano. Quando si intravede un fantasma quel fantasma fa paura per sempre.

Quel salto dal balcone lo aveva causato una depression­e post partum, ma di depression­e ci sono tante forme, piccole o grandi: molti l’hanno provata abbastanza da sapere che nulla è peggio di quel dannato buio.

Avevo deciso di non scriverne perché il tema attorno al quale si svolge il libro è così delicato che va evocato con mille cautele. Poi lunedì 14 è morto (di vecchiaia!) Harold Bloom, il grande critico letterario che ha sempre detestato il politicame­nte corretto e pensato che la letteratur­a non ha il compito di aggiustare il mondo ma di raccontarl­o. Non so se il libro di Fuani Marino sia letteratur­a: sicurament­e ha il merito di saper evocare un personaggi­o antipatico nel suo egocentris­mo che ci ricorda tanto il nostro, di saper raccontare una cosa opaca come il disturbo bipolare con limpidezza. E di farci riflettere su come sia importante riconoscer­e e curare le malattie mentali quanto le altre.

Ogni volta che si parla di qualcuno che si toglie la vita, un atto che potrebbe suscitare desiderio di emulazione, bisogna ricordare questi numeri:

Se sei in una situazione di emergenza, chiama il 118. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 199 284 284 tutti i giorni dalle 10 alle 24 o contattare il servizio via mail scrivendo a: Mail@micaTAI.

Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.

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