Vanity Fair (Italy)

Arriva la «plastic tax»

Nella manovra si mette a punto la misura green. Ecco i tempi e il confronto con l’estero

- Di FRANCESCO BISOZZI

Si moltiplica­no i plastic ban in giro per il mondo. Oggi l’uso della plastica è sottoposto a restrizion­i più o meno severe in oltre 100 Paesi, ma la «plastic tax» che il governo si appresta a inserire in manovra sta già facendo discutere. Da qui al 31 dicembre, termine entro cui va approvata la legge di Bilancio, la misura dovrà essere migliorata, la versione attuale prevede un’ecotassa da 20 centesimi al chilo sugli imballaggi. Sulla scia insomma della direttiva antiplasti­ca dell’Unione Europea, che salvava però le bottigliet­te in Pet, riciclabil­i al cento per cento. Bruxelles ha messo al bando dal 2021 solo alcuni prodotti usa e getta, come cotton fioc e posate.

Secondo il Wwf il 25% della plastica prodotta ogni anno nel mondo (100 milioni di tonnellate) viene disperso in natura. Piatti e bicchieri di plastica, giusto per fare un esempio, impiegano fino a mille anni per degradarsi nell’ambiente. Ammontano invece a 1,8 miliardi di tonnellate le emissioni di CO2 legate al ciclo di vita delle plastiche convenzion­ali, secondo uno studio dell’Università della California di Santa Barbara.

I tempi? In Italia la «plastic tax» dovrebbe entrare in vigore la prossima estate. Dal primo gennaio in Francia non sarà più possibile acquistare piatti e bicchieri di plastica. Nel Regno Unito a partire dalla prossima primavera sarà vietata la vendita delle cannucce. Lo Stato di Vanuatu, arcipelago del Pacifico meridional­e, ha annunciato che alla fine dell’anno metterà al bando i pannolini usa e getta.

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