Le tappe della vicenda, in aula
15 OTTOBRE 2009
Stefano Cucchi, 31 anni, viene trovato in possesso di 12 dosi di hashish e tre grammi di cocaina, fermato dai carabinieri e pestato nella notte tra il 15 e il 16 ottobre. Il 16 va davanti al giudice con i segni del pestaggio e camminando con difficoltà, ma il magistrato procede mandandolo agli arresti con l’accusa di possesso e spaccio.
31 OTTOBRE 2014
Dopo cinque anni di processi e sei perizie medico legali sul corpo di Stefano che non concordano sulla causa della morte, sono tutti assolti dalla Corte d’Assise di Roma i medici dell’ospedale Pertini cui era stato affidato Stefano dopo l’arresto e le tre guardie penitenziarie inizialmente accusate del pestaggio.
15 MAGGIO 2015
I carabinieri Riccardo Casamassima e Maria Rosati raccontano a Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Cucchi, che l’Arma sapeva del pestaggio. La procura di Giuseppe Pignatone nel frattempo sta indagando sui carabinieri che eseguirono l’arresto di Cucchi, anche tramite intercettazioni.
Il 10 luglio 2017 rinvia a giudizio 8 militari.
8 APRILE 2019
Uno dei carabinieri, Francesco Tedesco, confessa in aula di essere stato presente al pestaggio di Cucchi, e chiede scusa a Ilaria Cucchi. Nel frattempo il generale Nistri chiede scusa da parte dell’Arma e scrive una lettera a Ilaria in cui annuncia che i carabinieri si costituiranno parte civile.
14 NOVEMBRE 2019
Il primo grado del Cucchi Ter va a sentenza: il pm Musarò chiede per i militari imputati Alessio De Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati di omicidio preterintenzionale, una pena di 18 anni. Tedesco risponde di falso e calunnia (nei confronti degli agenti penitenziari) con il maresciallo Mandolini. Il carabiniere Vincenzo Nicolardi solo di calunnia.