VARIETÀ CINEMA
Nel film sulle spogliarelliste che truffano i ricchi di Wall Street, Jennifer Lopez giganteggia. E punta agli Oscar
J.Lo in odore di Oscar
L’anno in cui Jennifer Lopez ha infranto internet indossando un abito di 20 anni fa – il famoso jungle dress di Versace (sotto) con cui aveva già mandato in tilt Google nel 2000 – è anche l’anno in cui la ragazza del Bronx ha compiuto 50 anni, ha messo in cantiere il marito numero quattro – Alex Rodriguez, ex giocatore di baseball –, e ha costretto i critici ad ammetterlo: è una brava attrice, lo è sempre stata, ma eravamo troppo distratti per accorgercene. Le ragazze di Wall Street è la storia vera di un gruppo di spogliarelliste che dopo la crisi del 2008 mette su una truffa per fregare soldi ai clienti, tutti ricconi di Wall Street. J.Lo è Ramona, la più anziana ed esperta del gruppo, che prende sotto le sue ali protettive la giovane Destiny (Constance Wu). Mente dell’operazione, Ramona è anche e soprattutto corpo: il suo primo ingresso nel club e la lunghissima sequenza di pole dance non sono solo scene spettacolari, ma anche un omaggio alla professionalità e all’atletismo di Lopez, che si è allenata per tre mesi tre volte al giorno e, come i celebrati dimagrimenti di Christian Bale, ha trasformato il suo corpo in nome della fedeltà a un personaggio. Le ragazze di Wall Street è comunque molto di più di J.Lo che fa la pole dance: è un film sulla lotta di classe, con le spogliarelliste-operaie che rubano ai ricconi responsabili della crisi economica e impuniti, e sull’amicizia femminile, volendo anche sull’imprenditoria. È anche un film che ci ricorda che come Jennifer Lopez non c’è nessuno: attrice, ballerina, performer, atleta. Se Hollywood la premiasse con una candidatura all’Oscar ci sarebbe ben poco da obiettare.