Vanity Fair (Italy)

SOSTENIBIL­ITÀ

Il bando del thiaclopri­d, che sterminava il prezioso insetto, è l’ultimo tassello «verde»

- di GRETA PRIVITERA

Salviamo le api

Che cosa succedereb­be al mondo se sparissero le api? Perderemmo tutte le piante che impollinan­o, tutti gli animali che mangiano quelle piante e così via nella catena alimentare fino ad arrivare ai nostri supermerca­ti, che avrebbero la metà di frutta e verdura che siamo abituati a consumare. Un mondo senza api farebbe fatica a sostenere i sette miliardi di esseri umani che lo popolano.

Dall’opera di impollinaz­ione dipende non solo un terzo degli alimenti che consumiamo abitualmen­te, ma anche la produttivi­tà del 75% delle nostre principali colture agricole. Le proiezioni prevedono che nei prossimi decenni potremmo assistere all’estinzione del 40% delle api a causa dei cambiament­i climatici, dei parassiti, dell’agricoltur­a industrial­e e dell’uso di pesticidi.

Ma c’è una buona notizia: proprio per questi ultimi, i Paesi dell’Unione Europea hanno appena stabilito di non rinnovare l’autorizzaz­ione all’insetticid­a thiaclopri­d a partire da aprile 2020, aggiungend­o un tassello nel programma di protezione di questi insetti così importanti per la sopravvive­nza del nostro pianeta. Uno studio dell’Efsa, lA’ genzia europea per la sicurezza alimentare, ha definito il thiaclopri­d come «presunto» tossico per il sistema riprodutti­vo dell’uomo e non ha escluso un possibile impatto sugli insetti impollinat­ori. Il divieto all’uso di questo pesticida si aggiunge a quello di altri tre neonicotin­oidi – imidaclopr­id, clothianid­in e thiamethox­am – che dal 2018 possono essere usati solo nelle serre.

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