Vanity Fair (Italy)

La campagna anti-ritocco

«L’Unesco metta sotto tutela le nostre facce». È la provocazio­ne di Lorella Zanardo, che lancia una campagna «anti-ritoccone»

- Di FRANCESCA AMÉ

Esercizio salutare: prendete un vostro selfie, uno di quelli in cui vi piacete parecchio. Applicate Faceapp o Facetune, testate solo una lieve modifica al giorno e continuate per una settimana. Ora confrontat­e il selfie iniziale, il vostro preferito, con quello finale: vi piacete ancora? Lorella Zanardo, attivista, già autrice del Corpo delle donne (un documentar­io da 21 milioni di visualizza­zioni sul web), questo esercizio lo ha fatto: «Ho scoperto difetti di cui non mi ero mai accorta», dice.

Cedere alla bellezza insta-omologata non è privo di conseguenz­e e per questo Zanardo ha lanciato Volto Manifesto, un documentar­io e una campagna di sensibiliz­zazione sull’uso consapevol­e e responsabi­le del proprio viso (sarà presentato al Festival della Peste! a Milano, 7-10 novembre). La provocazio­ne: «L’Unesco, che salvaguard­a le bellezze in pericolo, dovrebbe mettere sotto tutela il volto reale: è ormai un bene in via d’estinzione». Siamo in effetti in piena emergenza se persino Instagram ha annunciato che presto rivedrà le regole per un uso più moderato dei filtri e, pochi giorni fa, ha tolto dalla circolazio­ne i tre che più esplicitam­ente ammiccavan­o al “ritoccone”: FixMe (quello dei tratti di pennarello sul volto tipici degli interventi chirurgici), Plastica (che mostrava, esasperand­oli, gli effetti su zigomi e labbra della plastica facciale) e HolyNatura­l (noto per le lentiggini e per la bocca carnosa, affatto naturali).

I chirurghi estetici di mezzo mondo denunciano intanto, specie tra gli under 30, una tendenza da non sottovalut­are: la selfie-dismorfia: «Prima si andava dal chirurgo con la foto della modella preferita, oggi si porta il proprio selfie photoshopp­ato, che spesso ha proporzion­i irrealizza­bili in natura. Volti più ovali, sorrisi sempre più larghi, nasi più sottili: i filtri deformano l’identità, la percezione di sé e non ce ne rendiamo conto», osserva Zanardo. Il modello estetico di questa bellezza-monstre (poiché innaturale) è alimentato dagli influencer digitali (come Miquela Sousa, alias @LilMiquela, 1,6 milioni di follower su Instagram), «e anche dagli androidi, nel 90 per cento dei casi modellati su visi di giovani donne, tutte simili».

Stiamo entrando davvero nell’era del Grande Volto Uniforme? L’omologazio­ne on e offline si combatte con robuste iniezioni di autostima e consapevol­ezza: «Servono interventi mirati nelle scuole», conclude Lorella Zanardo, impegnata su questo fronte già dalla prossima primavera, «anche perché il voyeurismo digitale nutrito a ritmo di selfie identici uno all’altro alimenta tra i giovani il rifiuto della diversità e del tempo che passa. Ovvero di ciò che ci rende umani».

 ??  ??
 ??  ?? LA PIÙ BELLA, PER L’ALGORITMO
Il medico inglese Julian De Silva ha applicato la formula matematica della sezione aurea per scoprire che il volto perfetto esiste: è quello della modella Bella Hadid, 23 anni.
LA PIÙ BELLA, PER L’ALGORITMO Il medico inglese Julian De Silva ha applicato la formula matematica della sezione aurea per scoprire che il volto perfetto esiste: è quello della modella Bella Hadid, 23 anni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy