C’è da svecchiare una macchina
I veicoli diesel sono banditi, ma gli altri? Mancano le colonnine dell’elettrico e le auto a guida autonoma «imparano ancora le rotonde»
Leonardo DiCaprio ha esultato, sui social, nei giorni scorsi, lodando l’Europa: perché s’intensifica la lotta contro le auto diesel nelle grandi città. A Roma i mezzi a gasolio saranno banditi dal centro entro il 2024, a Milano e Bruxelles si arriverà a un divieto totale nel 2030, idem a Parigi dove per quella data si potrà circolare solo con l’elettrico o a bordo di veicoli a idrogeno. Intanto nel decreto Clima del governo giallorosso ha trovato spazio pure un super bonus per la rottamazione di vecchie auto e motocicli, che potrà essere utilizzato per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico o di biciclette tradizionali e a pedalata assistita.
A questo punto viene da chiedersi come ci sposteremo nel futuro. Nel 2018 in Italia sono state immatricolate 9.579 automobili elettriche. Sono tante o poche? Poche: rappresentano lo 0,5 per cento di tutte le macchine vendute nel Paese lo scorso anno. A far decollare la mobilità sostenibile non sono bastati finora nemmeno gli incentivi per l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale: quest’anno le previsioni dicono che verranno venduti solo mille veicoli elettrici in più rispetto al 2018.A ostacolarne la diffusione contribuisce la penuria di colonnine di ricarica: in Italia se ne contano appena 8.200 e solo una su cinque consente di fare il pieno di energia in tempi rapidi, ossia in due ore al massimo. Così il crollo del diesel sta favorendo per ora le vetture a benzina e le emissioni di anidride carbonica rimangono alte.
La nuova mobilità urbana però prevede l’entrata in pista pure delle auto a guida autonoma: a Torino è pronto un circuito dove sperimentare le vetture senza autista, costellato di segnali stradali che già avvertono gli automobilisti della possibile presenza delle «self-driving car». Quanto dovremo aspettare però per usarle davvero? Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, ha appena raffreddato gli entusiasmi affermando di non essere nemmeno sicuro che lo sbarco nelle città delle auto totalmente autonome avverrà prima della sua morte. La conferma arriva anche da Alberto Broggi, guru italiano della guida autonoma e manager di VisLab, prima società ad aver ottenuto in Italia il permesso di testare questo tipo di veicoli, che ci ha confidato: «Conduciamo test su base giornaliera, ma i nostri mezzi intelligenti devono ancora finire d’imparare a entrare e uscire dalle rotonde in sicurezza».