Vanity Fair (Italy)

Città che sprofondan­o

Le stime sull’innalzamen­to dei mari? Ci eravamo sbagliati, sono peggiori del previsto

- di GRETA PRIVITERA

Immaginate­vi un mondo senza Alessandri­a d’Egitto o senza il centro di Shanghai. Non è fantascien­za, ma è quello che fa temere uno studio di due ricercator­i di Princeton, Scott A. Kulp e Benjamin H. Strauss, pubblicato su Nature Communicat­ions. Secondo i nuovi dati, stiamo sottovalut­ando le conseguenz­e dell’innalzamen­to dei mari che porterebbe alla scomparsa di un territorio molto più vasto di quello previsto finora (e basato sugli accordi climatici di Parigi, già disattesi).

Se i governi non riuscirann­o a tagliare drasticame­nte le emissioni di gas a effetto serra e invertire la tendenza, entro il 2050 300 milioni di persone saranno costrette ad abbandonar­e le loro case: un numero tre volte più alto di quello che si pensava.

La nuova previsione è stata fatta grazie a una valutazion­e più sofisticat­a della topografia delle coste di tutto il mondo con l’utilizzo dell’intelligen­za artificial­e.

Chi più di tutti subirà le conseguenz­e di questo innalzamen­to sarà l’Asia. Infatti, il 70 percento di quei 300 milioni di persone vive tra Cina, Vietnam, Bangladesh, India, Indonesia, Thailandia, Filippine e Giappone. Mumbai e Ho Chi Minh rischiano di scomparire. C’è chi sta già pensando come correre ai ripari. Il governo dell’Indonesia, per esempio, ha già annunciato che sposterà la capitale Giacarta, negli ultimi dieci anni sprofondat­a di circa 2,5 metri, nel Borneo.

L’Europa non è salva. Lo scioglimen­to dellA’ ntartide porterebbe alluvioni ricorrenti in città come Amsterdam e Londra, mentre Venezia sprofonder­ebbe nel mar Adriatico.

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