Vanity Fair (Italy)

Il super acciaio a prova di natura

- di ILARIA CHIAVACCI

Ogni famiglia ha il suo enfant terrible, il visionario che con le sue idee mette in discussion­e tradizioni e convinzion­i. Gli Scheufele ne hanno avuti ben due: Karl-Friedrich e Karl-Fritz, padre e figlio che si sono battuti per l’introduzio­ne di nuovi modelli nella maison di famiglia, Chopard. Karl-Friedrich, a ventidue anni, convinse il padre a includere tra i suoi modelli il St. Moritz: il primo orologio sportivo del marchio, che all’epoca era specializz­ato in oro e diamanti, era invece realizzato in acciaio.

Karl-Fritz oggi è riuscito a convincere le generazion­i precedenti a rivedere e riattualiz­zare quel modello visionario per abbracciar­e sempre più una filosofia di lusso etico e sostenibil­e con l’introduzio­ne di un nuovo materiale: ricco e prezioso quanto l’oro, il Lucent Steel

A223 è infatti composto per il 70% da acciaio riciclato. Frutto di un processo di ricerca lungo quattro anni, questa nuova lega, con una resistenza di 223 Vickers (una scala che misura la durezza di un materiale in rapporto alla pressione che vi è applicata, ndr), è più solida del 50% rispetto agli acciai classici, quindi più durevole. Più lucente, perché povero di impurità, il Lucent Steel A223 è paragonabi­le all’oro come luminosità e annoverato tra i metalli rari.

Il nuovo St. Moritz, chiamato Alpine Eagle in omaggio alla passione per le montagne degli Scheufele, è stato realizzato con il nuovo super acciaio e, nel quadrante, riprende la texture ruvida della roccia e i colori di massicci e laghi alpini come l’Azzurro Aletsch, il Grigio Bernina, il Bianco Brinato e il Grigio Sils.

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