«Gioie» alla portata di tutti
Addio modelli impossibili, convenzioni e occasioni predefinite: un celebre marchio italiano dà voce al bisogno (diffuso) di libertà e autenticità. Anche nello shopping
«Piacciono perché sono gioielli che raccontano storie». Nicola Saraceno non ha esitazioni se parla di Stroili. È Ad del brand da poco più di un anno ma è come se fosse in azienda da sempre, da quando cioè fu fondata in provincia di Udine nel 1996. «Sentivamo il bisogno di ritrovare le nostre radici», spiega. «La Stroili è nata con l’idea di portare la gioielleria nei centri commerciali, rendendola accessibile a tutti. Poi dal Duemila ha deciso di investire molto anche sullo stile, inaugurando un ufficio design che crea le collezioni internamente. L’accento fashion ci distingue dalla gioielleria tradizionale».
Con oltre 400 punti vendita sul mercato italiano e un giro d’affari che supera i 200 milioni di euro, Stroili rappresenta sicuramente un esempio virtuoso. Il segreto del suo successo? «Essere un marchio inclusivo ma anche eclettico, capace cioè di interpretare i capisaldi della gioielleria con il proprio preciso punto di vista. E poi, è affidabile: ha punti vendita su tutto il territorio, offre molti servizi e realizza prodotti di grande qualità». Prodotti però mai volutamente «iconici», perché «il brand non deve essere identificato con un ciondolo o un bracciale ma con un’idea moderna di gioielleria». Anche se, a livello di vendite, vince sempre il bling-bling, sia che si tratti di zirconi oppure di diamanti.
La varietà del resto è un altro punto di forza di Stroili: «Nei nostri store abbiamo quasi 7mila articoli, tutti possono trovare quello che cercano». Esattamente come recita il claim #sceglilatuagioia, l’hashtag intorno a cui ruota la nuova filosofia di comunicazione del marchio, giocata su immagini di quotidiana felicità: una madre e una figlia, un uomo e una donna, delle amiche che ridono tra loro. «Oltre a essere inclusivi e creativi», continua Saraceno, «avvertivamo la necessità di apparire più autentici. La testimonial bellissima, sexy, che viaggia in moto per la città ci sembrava troppo lontana dalla realtà. Volevamo liberare i clienti dall’ansia che produce un modello irraggiungibile, ma anche da quella dell’acquisto finalizzato alle occasioni “comandate”: mi vengono in mente certi fidanzati disperati che arrivano in gioielleria alle 7 di sera perché è San Valentino e non possono presentarsi dalla fidanzata a mani vuote. Va bene il compleanno, la cresima, la fine della scuola, ma per noi ogni giorno è il momento perfetto per farsi o fare un regalo, per coccolarsi o dire grazie a qualcuno».