Vanity Fair (Italy)

CINEMA Cate Blanchett, Bernadette al cinema

Blanchett è una donna che vuole sparire. Nell’anno di Joker, Linklater affronta il disturbo mentale nel film Che fine ha fatto Bernadette?

- Di MATTIA CARZANIGA

Bernadette è una moglie, una mamma, una (pessima) vicina di casa. Bernadette era un’archistar, ora è una sociopatic­a. Bernadette è Cate Blanchett, frangia, caschetto e occhialoni da sole per proteggers­i dal mondo. Finché del mondo non ne può davvero più, e allora tanti saluti a tutti. Da qui la domanda: Che fine ha fatto Bernadette?, che è pure il titolo del film di Richard Linklater al cinema dal 12 dicembre, tratto dal romanzo Dove vai Bernadette? di Maria Semple (Rizzoli). La seconda domanda è: che resta di noi, quando rinunciamo a ciò che ci fa sentire vivi? La protagonis­ta, appunto, era una designer di case ecososteni­bili prima che l’ecososteni­bilità fosse di moda, unica donna (immaginari­a) al fianco di giganti come Rem Koolhaas e

Renzo Piano: fantastico il finto video di YouTube che ripercorre la sua finta carriera. Poi, l’inciampo. La famiglia, un’altra città, la testa che va altrove. Nell’anno di Joker, Linklater affronta – con più lievità, va detto – il disturbo mentale. Che qui è, soprattutt­o, sentire la mancanza di se stessi, e di ciò che si è stati. Dopo l’acclamato Boyhood (e due film ingiustame­nte sottovalut­ati: la teen comedy d’autore Tutti vogliono qualcosa e lo struggente, bellissimo Last Flag Flying), Linklater firma una commedia sconclusio­nata ma umanissima. Blanchett ci mette il resto: un’energia totale, debordante, tenera. Chi di noi ha pensato, almeno una volta nella vita, «Voglio sparire da tutto e da tutti» troverà un’inconsapev­ole eroina con cui identifica­rsi.

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