MATTIA FELTRI Il paradosso di Augias
Corrado Augias, raffinato rubrichista della Repubblica, autore di programmi televisivi di divulgazione culturale, scrittore e tante altre cose, qualche giorno fa ha detto che essere di sinistra è complicato, poiché è una posizione raggiunta tramite la fatica del riflettere e l’accettazione della complessità, mentre essere di destra è facile, poiché si cede a un processo rozzo, dozzinale, mai capace di andare oltre una spinta istintiva. È interessante, siccome si pone subito un paradosso logico, come il famoso paradosso del mentitore: Epimenide di Creta disse che tutti i cretesi mentono e, se stava dicendo il vero, lui in quanto cretese stava mentendo, e quindi la frase era falsa; ma se da buon mentitore cretese stava dicendo il falso, allora la frase era vera, e lui non aveva mentito, e di nuovo la frase era falsa, e avanti all’infinito (se ci avete capito poco non deprimetevi: è da secoli che ci si scervella sopra).
Siamo di nuovo lì: Augias dice che chi fa un ragionamento rozzo è di destra e, se ha torto, siccome il suo ragionamento è rozzo, è rozza la sinistra; se invece ha ragione, ma attraverso un ragionamento rozzo, è lui stesso di destra, e dunque rozzo, sempre e comunque rozzo così come Epimenide era sempre e comunque falso. Il paradosso di Augias regge sul presupposto che dire «a destra sono rozzi» sia di per sé una rozzezza, e lo si può dare per acquisito, a meno che non si consideri rozzo il pensiero di Filippo Tommaso Marinetti o Giuseppe Prezzolini o Benedetto Croce o Indro Montanelli e lasciate chiudere qui un elenco altrimenti sterminato. Ma la questione è un pochino più seria di un gioco enigmistico e ha a che vedere con la storia della sinistra degli ultimi decenni, da quando considerava Bettino Craxi la reincarnazione del Duce e Silvio Berlusconi la sua prosecuzione grottesca. Il problema, forse, è proprio che la demonizzazione di Berlusconi, chiamato fascista, mafioso e corrotto, e mai combattuto sul piano politico, ma soltanto su quello penale o della suggestione millenaristica, e dunque mai riconosciuto come un avversario legittimo, ha contribuito a produrre la destra di oggi, più estrema, senz’altro più rozza, assolutamente più illiberale di quanto fosse Berlusconi che, a parte una politica egoriferita in difesa di sé dalle inchieste, è sempre rimasto dentro i confini della Costituzione. Cioè, se vedi riemergere Mussolini nella destra liberale (almeno nelle intenzioni), e persino nei socialisti, e li fai fuori, quelli che vengono dopo saranno inevitabilmente meno mansueti, per non dire di peggio.
Non basta. Intanto bisogna capire che lo stesso è successo altrove, per esempio negli Stati Uniti, dove la guerra spietata a George W. Bush ha condotto a Donald J. Trump. Ma non sarà mai troppo tardi quando a sinistra si renderanno conto della loro di rozzezza, come il paradosso di Augias dimostra, e come dimostra l’arrendevole alleanza coi fondatori della rozzezza elevata a valore fondante, dal vaffanculo in poi, cioè i Cinque stelle, ma soprattutto di quanto sia rozza una sinistra che non considera mai il rivale degno delle sue presunte elevatezze.