Vanity Fair (Italy)

MARA MAIONCHI Lavorare aiuta a vivere meglio

- di VALENTINA COLOSIMO foto MATTIA ZOPPELLARO

Mentre si arrabbia, si commuove e ci diverte in tv, il giudice più pop di «X Factor» festeggia 60 anni di lavoro e non ha intenzione di ritirarsi. Perché l’indipenden­za, fin da quando aveva 18 anni, è una delle certezze della sua vita. Oltre al burraco e «al» Salerno

Mentre «la» Maria e «la» Gioia, le due amiche storiche, «stavano a casa a fare niente con i genitori», perché erano finite in quel limbo in cui avevano smesso di studiare ma ancora non si erano sposate, «una noia terribile» dai 18 ai 26 anni su per giù, Mara Maionchi già lavorava. Primo impiego come segretaria in un ufficio spedizioni nella sua Bologna, era il 1959. «Mi ricordo anche la data: 19 novembre. Avevo diciotto anni e insomma oggi ne festeggio sessanta di lavoro, che roba», dice Mara un po’ incredula di se stessa e di questo anniversar­io che aleggia su di lei, prima di sfoderare uno dei suoi sorrisi sterminati.

Soggiorno di un appartamen­to borghese di Milano ovest, in casa c’è anche il marito Alberto Salerno, che lei chiama solo per cognome, autore di canzoni famosissim­e e con lei nell’etichetta discografi­ca Numero Uno, oggi chiusa, la stessa di Mogol e Battisti dove Mara era impegnata nell’ufficio promozione. Di questi sessant’anni di lavoro, ne ha passati diversi, in tempi recenti, come giudice di X Factor. Fin dalla prima puntata nel 2008, per tutti è stata «la Maionchi», personaggi­o ultra pop, beniamina rock’n’roll transgener­azionale, campioness­a di schiettezz­a e di buonsenso, un concentrat­o di parolacce ed emotività. Questa è la sua settima edizione, stavolta le hanno assegnato la squadra degli Over, cioè dei cantanti sopra i 25 anni di età.

Non si stanca mai di lavorare?

«Mai. È una delle cose che mi piace fare di più ancora oggi. Mi dà un senso di indipenden­za che va oltre il denaro. Ho sempre amato questa parte della mia vita, anche quando facevo lavori meno gratifican­ti, mi piaceva l’idea dell’impegno, del fare, è un modo per sentirsi parte del mondo. Il lavoro ti aiuta a vivere meglio».

A casa si annoia?

«Cosa farei a casa tutto il giorno? Non so ricamare, non so cucire. I nipoti li vedo, sì. Però non basta».

Ha sempre avuto uno spirito indipenden­te?

«Sì, tante mie amiche sono passate dalla famiglia al marito, io no. A 18 anni mio padre venne da me e mi disse: visto che non c’è nessun matrimonio in vista, qua non si può stare senza fare niente, o studi o lavori. Non ero così portata per lo studio, quindi mi trovai un lavoro. Poi nel ’61 sono venuta a Milano, vivevo con mia sorella e la aiutavo con le sue tre bambine».

I suoi genitori erano persone di larghe vedute.

«Sì, molto. Non mi giudicavan­o male per il fatto che non fossi sposata, Salerno l’ho sposato a 35 anni, tardi per l’epoca. Erano solo dispiaciut­i. Dicevano: ma insomma, poi quando noi non ci saremo più, tu cosa fai, resti sola. Un marito era una forma di sicurezza affettiva, secondo loro».

Perché non si è sposata prima?

«Avevo avuto qualche moroso, ma mai nessuno che mi avesse fatto venire voglia di matrimonio. E forse ero un po’ cretina, come oggi del resto, ho mantenuto la linea».

Cretina?

«Ma sì, pensavo di essere giovane in eterno, e anche oggi mi sembra di avere tutto il tempo che voglio. Ma quando mi rendo conto che non ce l’ho, perché magari spunta qualche acciacco, allora mi viene un magone tremendo. Sono i momenti in cui rientro nella realtà. Per il resto no, vado avanti, continuo a fare tardi la sera con le amiche».

Perché chiama suo marito per cognome?

«Mah così, come le contadine di una volta».

Siete sposati da 43 anni.

«Che resistenza, eh?».

Come si fa?

«Invecchian­do, devi riuscire a trasformar­e la passione che c’è all’inizio in altro. Altrimenti sai che galera, che rottura di coglioni... Noi siamo amicissimi. Io gli voglio molto bene, è una parte sostanzial­e della mia vita. Poi ogni tanto lo butterei giù dalla finestra».

Perché la fa arrabbiare?

«Non me ne perdona una. Quando torno dalle dirette di X Factor, per esempio, comincia a dirmi di tutto: ma com’eri vestita, ma cosa hai detto, ma perché hai fatto così. Io infatti non chiedo niente. Entro in casa con finta indifferen­za, non faccio una piega. Il Salerno è sempre stato molto critico, ma forse non si accorge di essere un rompicogli­oni».

Sarà pure orgoglioso.

«Sì, certo, mi stima, me lo ha sempre detto. Mantenere la stima è già un bel traguardo dopo tutti questi anni. Ogni tanto lo lascio, vado a fare le mie tournée di burraco».

E dove va?

«C’era questa mia amica, ci facevamo tutti i tornei del Nord Italia. Lei guidava la Giulietta spider, una pazza. Purtroppo non c’è più. Andavamo in giro noi due, ci fermavamo a dormire in albergo. Sono bravina a burraco. Il Salerno lo odia invece. Comunque credo che me lo abbia messo tra i piedi mio papà».

Perché?

«Ci siamo messi insieme poco prima della morte di mio padre. Io non ero neanche tanto convinta, perché Salerno ha dieci anni meno di me. Mia mamma però mi disse: ma cosa te ne frega? È lui che si prende la vecchia. Problema suo».

Che tipo era sua mamma?

«Per darle un’idea, un mio ex moroso la chiamava Emilietta

la Sanguinari­a (ride). Era una donna decisa. Che si è difesa molto bene dalla vita, non si è fatta fagocitare dalla famiglia. È morta a 99 anni. Era una persona autonoma, anche nei sentimenti. Infatti mia sorella ogni tanto si lamentava: eh però la mamma, una carezza ogni tanto poteva anche darcela. Ma era così, sempliceme­nte non era capace. Prima del mio matrimonio, le ho detto: vieni, mamma? E lei: no, guarda, a me i matrimoni mettono una tristezza... (ride)».

Ma come?

«Aveva avuto un primo matrimonio che non fu tra i più fortunati, da cui nacque mia sorella. E allora le separazion­i erano davvero una tragedia».

Eravate una famiglia allargata ante litteram.

«Siamo sempre andati tutti d’accordo. Pensi che quando mio papà è mancato, mia sorella ha detto: con lui è morta la mia famiglia. Ma come?, dico io, c’è ancora la mamma, che è tua mamma davvero (ride). Avevano un bellissimo rapporto».

Sua madre era una donna forte come lei?

«Mah, a me sembra di essere gentile e buona... Dalla mamma ho preso l’indipenden­za, sì. Ma lei non aveva paura di niente, io sono molto più paurosa».

Di che cosa ha paura?

«Ho paura di morire. Ho avuto un tumore al seno cinque anni fa. Del resto è bene cominciare a pensarci, ho 78 anni».

È spaventosa anche l’idea di lasciare i suoi cari?

«Temo di più la possibilit­à di soffrire. Per il resto no, vedo che le persone vivono bene anche senza di me, nessuno è così indispensa­bile. È che inizio a vedere gente intorno a me che se ne va e mi trovo a pensare: ah, ma era giovane. E magari aveva 76 anni. È morto Fred Bongusto, per esempio, e ci sono rimasta male, perché lui per me è legato alle mie vacanze a vent’anni a Forte dei Marmi, dove suonava tutte le sere da Oliviero o alla Bussola. Io facevo venti giorni di ferie con la mia amica che lavorava da Cusi, il gioiellier­e, uscivamo, facevamo una vita da nababbe. Sono ricordi piacevoli».

Forte dei Marmi è un punto fermo della sua vita.

«Sì, andiamo sempre negli stessi bagni, oggi ci ritroviamo con gli amici e tre generazion­i: noi, i figli e i nipoti».

I nipoti sono orgogliosi di avere Mara Maionchi come nonna?

«L’altro giorno Niccolò, il grande, di otto anni, mi ha raccontato che i suoi amici sono andati a chiedergli se fosse mio nipote. E lui, a me: ma nonna, io ho bisogno di un po’ di riservatez­za (ride). Mi fa morire».

Che cosa le piace di X Factor dopo tutto questo tempo?

«Il meccanismo è forte. Sono usciti tanti talenti, come Mengoni, Francesca Michielin, i Måneskin. E poi, per esempio, qualche tempo fa Anastasio (vincitore della scorsa edizione, ndr) è venuto a casa mia a farmi ascoltare il suo album in anteprima. Non era un atto dovuto, io dopo il programma non ho fatto più niente con lui, eppure lui è venuto qua. È una cosa bella, questa».

➺ Tempo di lettura: 8 minuti

Nel matrimonio, invecchian­do, devi riuscire a trasformar­e la passione che c’è all’inizio in altro. Altrimenti sai che galera

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Mara Maionchi, 78 anni, ex produttric­e discografi­ca, giudice
di X Factor, ogni giovedì alle 21.15 su Sky Uno e in streaming su Now tv.
IL FATTORE GIUDICE Mara Maionchi, 78 anni, ex produttric­e discografi­ca, giudice di X Factor, ogni giovedì alle 21.15 su Sky Uno e in streaming su Now tv.
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Mara Maionchi è giudice di X Factor per la settima edizione. Stavolta guida la squadra degli Over.
LA SETTIMA VOLTA Mara Maionchi è giudice di X Factor per la settima edizione. Stavolta guida la squadra degli Over.
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