CLAUDIA RANIERI Un profumo per ogni luogo
Un’infanzia in viaggio al seguito del padre, un’avventura felice con una società di comunicazione per aiutare gli attori «a raggiungere il successo senza scorciatoie» e adesso: «Perché cambiare è vitale», Claudia Ranieri lancia sul mercato un profumo. Che
Claudia Ranieri ha un profumo per ogni luogo in cui è stata: «Il profumo dell’estate in Calabria, quello degli incensi e degli agrumi per Pozzuoli e Napoli, l’odore intenso e penetrante del mare o del mirto per Cagliari». Claudia ha un padre da cui si allontana per una vocale che, prima di compiere a Leicester una delle imprese più rilevanti di sempre della storia del pallone europeo, ha allenato calciatori e coscienze un po’ ovunque: «Con lui e con mia madre, dall’infanzia ai miei 15 anni, ho fatto il giro d’Italia».
Claudia è di Roma, ma si sente «apolide» perché ha viaggiato tanto e continua a preparare valigie, disfare bagagli, riempire le avventure di curiosità senza paura di timbrare il passaporto di chi, inquieto, cambia abito perché una sola vita non basta. Affermato angelo custode di alcuni dei più importanti attori e registi italiani ieri (Alessandro Borghi, Matilda De Angelis, Marco Giallini, Claudio Santamaria come cardini dell’alfabeto), imprenditrice oggi con il marito Alessandro Roia: «Sono passata da essere la figlia di, a essere la moglie di», osserva sorridendo, in marcia anche domani: «Perché non è detto che non cambi ancora essenza». Intanto ne ha create quattro. Quattro nomi Enjoy the Weekend, Deal, Wake me Up e Family in Love che uniscono le fragranze ai ricordi e il nome del profumo che ha lanciato al Pitti – Familia-Familia – ha una ripetizione voluta che parla di memoria, appartenenza, radici ed emozioni.
Cambiare pelle, sostiene, l’ha sempre affascinata: «Non aver paura di cambiare totalmente, per indole, è qualcosa che mi appartiene per dna familiare. Con il tipo di infanzia itinerante che ho avuto, sottoposta a stimoli, colori e contesti diversi, pur nella timidezza, sono stata sempre molto solare, capace di entusiasmarmi facilmente e di credere nei sogni». Costruire qualcosa di suo, partendo da zero, ha rappresentato anche un passo, uno dei tanti, per la costruzione della sua identità. «Crearmene una e procedere in autonomia non è stato semplice perché fin dall’adolescenza sono stata sempre associata ai miei genitori. Quando ero piccola la situazione mi creava imbarazzo: arrivavo in una città nuova e non solo non ero una sconosciuta, ma avevo un carico di responsabilità e attenzioni maggiore: non potevo presentarmi in una classe in incognito per esempio, ma ero accompagnata da un vento vociante e quasi spaventata dalla curiosità degli altri. Temevo che quel faro non fosse per me ma per le mie ascendenze familiari». Una sensazione svanita in fretta perché Claudia è volata subito altrove, lontana dai campi di calcio per coltivare un suo campo. «Fin dal momento in cui ho aperto la mia prima impresa personale, la Woolcan, l’agenzia di comunicazione che ho fondato 10 anni fa e venduto la scorsa primavera, non ho più minimamente sentito quella sensazione di eredità forzata. Ho scelto un settore lontano da quello di mio padre per esprimermi. Per rapporti personali e privilegi avrei potuto tranquillamente orientarmi su un’attività vicina al mondo del calcio e invece non ho mai pensato di trovarmi un ruolo in quell’industria. Mi sono diretta nel luogo più lontano, quello dello spettacolo, un ambito che invece spesso nei confronti dello sport è persino un po’ snob». Al principio di quell’avventura, quasi una condanna, la scambiavano per parente di Luisa Ranieri: «Una delle poche attrici che non conosco», ma oggi Claudia ha un suo nome e cammina da sola. Portando con sé gli insegnamenti di quel lungo periodo speso a trattare per articoli e copertine. Ora in copertina c’è la sua attività: «Ma non dimentico l’epoca in cui cercavo di aiutare gli attori a costruire un percorso improntato al rispetto, senza facili bugie che facilitassero la strada verso il successo». Nella sue attività, senza farne un’ossessione, Claudia l’ha sempre raggiunto: «Non lascerei mai un’impresa a metà e anche per me, proprio come per gli attori, il lavoro è sempre un percorso creativo». Sul palcoscenico di Familia-Familia c’è posto per la squadra perché le idee compongono un mosaico. Odori, profumi, suggestioni: «Con Luca Maffei, Guido Taroni, ma anche con gli artisti come Davide Cambria lavoro a una rete di appartenenza, di affetti duraturi e di vicinanza. Come in famiglia». ➺ Tempo di lettura: 5 minuti