Ogni ramo un ricordo
Per Veronica Etro, gli alberi sono due. Addobbi di famiglia in montagna e un collage di souvenir dal mondo nella casa di Milano
Unica figlia di Gimmo Etro, è cresciuta con i tre fratelli Kean, Jacopo e Ippolito. Ama il rito dell’allestimento dell’abete, che nella sua grande famiglia è sempre stato fatto nella casa di montagna. Sposata con l’avvocato Alessandro Frigerio, per il loro appartamento milanese punta su un albero ecologico (base di legno con fronde sintetiche).
Come vive il rituale dell’allestimento?
«Per me è una tradizione magica, di famiglia. In realtà, la vivo due volte: nella casa in montagna, dove ogni anno ci riuniamo; e nella casa di Milano, dove vivo con mio marito e i nostri due bambini. L’allestimento è diverso in tutto: in montagna abbiamo un albero vero, grande, che decoriamo ogni anno con animaletti in legno, fiocchi scozzesi, palle di vetro, oggetti collezionati dai tanti elementi della mia famiglia. A Milano, invece, più che un albero di Natale l’abete sembra un albero della cuccagna: da quando ci siamo trasferiti in un appartamento, abbiamo scelto un albero ecologico, che ogni anno è diverso perché lo riempio di tutto quello che trovo in giro. Souvenir di viaggio, lavoretti di scuola dei bambini, pupazzi, foto inserite nelle palle, carillon, babbi provenienti da ogni anfratto… un caotico e allegro mix».
C’è un colore dominante?
«Il classico rosso, senza dubbio. Ma contaminato da ogni sfumatura immaginabile! Gli scatoloni aumentano con il passare degli anni, quando li apro rimango in contemplazione. Trovo cose di cui non mi ricordavo, ogni pezzo è legato a un momento specifico».
C’è un giorno particolare in cui è solita «fare l’albero»?
«Mio marito compie gli anni il 28 novembre, quindi ogni anno è questa la data prescelta. Si comincia tutti insieme, poi di solito resto io a finire il tutto. L’albero di Natale è una presenza, un elemento di arredo importante, insieme al presepe».
Un ricordo indelebile di quando era bambina?
«Milioni! Più di ogni altro, Kean che faceva Babbo Natale e io che mi spaventavo per il grande sacco…».