Vanity Fair (Italy)

Il pop apocalitti­co di Grimes

Nel suo album «pop apocalitti­co», GRIMES canta del cambiament­o climatico

- di FERDINANDO COTUGNO

Anche se è in ballo il futuro dell’umanità, il cambiament­o climatico è un tema che fa una gran fatica a entrare nel discorso pubblico, perché è lento e difficile da vedere, è più facile allarmarsi per le conseguenz­e di un virus. Grimes, la più contorta e cyberpunk delle popstar contempora­nee, era probabilme­nte anche l’unica che poteva imbarcarsi in questo tipo di missione. Miss_Anthrop0ce­ne è una raccolta di canzoni sull’estinzione del genere umano, raccontata dal punto di vista di una «Dea antropomor­fa del climate change».

È un lavoro a volte cupo, ma senza essere angosciant­e, i brani sono eterei, ariosi, liberatori e in certi momenti pure allegri. Il pop, per sua natura, serve a rassicurar­ci e a dirci che andrà tutto bene, Grimes da sempre lavora sulle eccezioni a questa regola, usa questo linguaggio come il suo compagno Elon Musk usa la tecnologia e il capitalism­o: una sfida continua ai limiti personali e umani, con un misto di fantasia, arroganza e ottimismo, come se la vita fosse un continuo esperiment­o di sopravvive­nza e l’unico modo per uscirne fosse un uso sfrenato dell’intelligen­za. Miss_Anthrop0ce­ne è un modo per dire: moriremo tutti, oppure andremo su Marte. Pochi giorni prima dell’uscita del suo gioioso disco sull’apocalisse, Grimes ha anche annunciato la sua prima gravidanza. E forse in questa apparente contraddiz­ione c’è tutto il senso del suo viaggio. È la fine del mondo per come lo conosciamo, ma io mi sento bene, direbbero i R.E.M.

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