Il pop apocalittico di Grimes
Nel suo album «pop apocalittico», GRIMES canta del cambiamento climatico
Anche se è in ballo il futuro dell’umanità, il cambiamento climatico è un tema che fa una gran fatica a entrare nel discorso pubblico, perché è lento e difficile da vedere, è più facile allarmarsi per le conseguenze di un virus. Grimes, la più contorta e cyberpunk delle popstar contemporanee, era probabilmente anche l’unica che poteva imbarcarsi in questo tipo di missione. Miss_Anthrop0cene è una raccolta di canzoni sull’estinzione del genere umano, raccontata dal punto di vista di una «Dea antropomorfa del climate change».
È un lavoro a volte cupo, ma senza essere angosciante, i brani sono eterei, ariosi, liberatori e in certi momenti pure allegri. Il pop, per sua natura, serve a rassicurarci e a dirci che andrà tutto bene, Grimes da sempre lavora sulle eccezioni a questa regola, usa questo linguaggio come il suo compagno Elon Musk usa la tecnologia e il capitalismo: una sfida continua ai limiti personali e umani, con un misto di fantasia, arroganza e ottimismo, come se la vita fosse un continuo esperimento di sopravvivenza e l’unico modo per uscirne fosse un uso sfrenato dell’intelligenza. Miss_Anthrop0cene è un modo per dire: moriremo tutti, oppure andremo su Marte. Pochi giorni prima dell’uscita del suo gioioso disco sull’apocalisse, Grimes ha anche annunciato la sua prima gravidanza. E forse in questa apparente contraddizione c’è tutto il senso del suo viaggio. È la fine del mondo per come lo conosciamo, ma io mi sento bene, direbbero i R.E.M.