L’OMBELICO DEL MONDO? IL 47° PARALLELO
Parola di Tyler Brûlé, guru della «Merano Renaissance». Che in ALTO ADIGE ha lasciato il cuore (e una casa, ora visitabile)
Anche lui, come Sissi, in Alto Adige ci è arrivato da nord. L’imperatrice d’Austria catapultò la cittadina termale di Merano nella mappa del meglio del mondo quasi all’improvviso, nel 1870, scendendo da Vienna in gran segreto – per quanto possibile a una regina – con le figlie, la teenager Gisella e la appena duenne Maria Valeria, scatenando la gara dell’alta società in cerca di sistemazioni degne per soggiornare (lei stava a Castel Trauttmansdorff, oggi meta di pellegrinaggio). Tyler Brûlé, invece, prima di arrivare in Alto Adige, sapeva da tempo che per lui la nostra provincia più nordica, l’unica italiana che vanta un Comune oltre il 47° parallelo, avrebbe contato. Canadese, giornalista con un passato in zone di guerra, editore e imprenditore che ha inventato prima Wallpaper* – venduto nel 1997 a Time Inc. per la cifra stimata di 1,63 milioni di dollari dopo solo quattro numeri – e poi Monocle, è tra gli ispiratori internazionali della «Merano Renaissance», la nuova generazione locale che sta dando a masi centenari e alberghi di famiglia quel twist di design naturale, cucina contemporanea e idee, la cui scintilla è stata accesa indubbiamente anche da Brûlé.
«Il mio amore per Bolzano è cominciato da bambino. Non l’avevo mai vista, ma i miei genitori andavano in vacanza in Austria e da lì a volte passavano la frontiera per entrare in Italia. Tornavano con dei regali, vestiti, giocattoli, erano bellissimi. Ho sempre pensato a Bolzano come a un luogo che volevo conoscere, ce l’avevo sempre in testa. Così un giorno, molti anni dopo, ci sono andato. E ho detto: wow, ma l’Alto Adige non somiglia per niente al resto delle Alpi. Tutto era molto speciale, i luoghi, le influenze, la lingua. Si parla tedesco e italiano, ma sono un tedesco e un italiano parlati solo lì. Ho pensato che fosse difficile trovare un altro posto simile, con una cultura locale tanto originale e così tante connessioni tra Paesi diversi».
Merano e la sua valle piacciono tanto al cacciatore di trend che non solo prende casa avviando una grande opera, ma decide di aprire qui il primo iper-raffinato Monocle Shop italiano, un negozio che seleziona prodotti poco noti di eccellenza alpina, italiani, bavaresi e austriaci insieme, ma fa anche da hub per artisti e mostre pop-up, dove si accede alle riviste e ai libri, rigorosamente di carta, di casa Brûlé.
Il fatto che la sede abbia dei cloni in città come Londra, Tokyo e Los Angeles non stupisce nessuno. E l’abbinata globale ha aiutato la cittadina delle terme (firmate da Matteo Thun, comunque) a passare dall’idillio un po’ austroungarico alla meta cool. «Non direi che Merano è cool, ma di certo è un posto dove succedono delle cose. La casa è stata un’impresa di ricerca non da poco, di recente l’ho venduta».
Lui discretamente non lo dice, ma scopriamo che ora l’ambita magione creata da Brûlé per se stesso può essere affittata dai patiti del design. Quanto al futuro delle vacanze in questo momento post pandemic, da globetrotter, è ottimista: «Chi viaggia non cambierà abitudini. Dopo le restrizioni tutti torneranno nei luoghi che amano di più. Il cambiamento era già in corso: valorizzare quello che abbiamo vicino, mangiare cose prodotte in loco, spostarci di più via terra, dunque l’Alto Adige è molto avvantaggiato, è così da sempre». 51 anni, è un giornalista, editore e imprenditore canadese, e considerato un trendsetter internazionale. Tra i suoi progetti editoriali,
Wallpaper* e Monocle.