SONO UN RAGAZZO FORTUNATO
È pragmatico: quando ha incontrato la sua futura moglie, ad esempio, ha subito messo in chiaro che non ci sarebbe stato quasi mai. E ora che ENRICO BELLI ha visto svanire un anno di lavoro, non si dà per vinto: è la vita...
asinò di Las Vegas. Su uno schermo tv passa la notizia che l’Italia chiude. Lui dà uno sguardo alla sala: uno stuolo di anziani che giocano alle slot. «Mi sembravano fantasmi, sono corso nella stanza dell’hotel. Poco dopo abbiamo preso uno degli ultimi voli per tornare in Italia. E pensare che in America dicevano: da noi non arriverà mai». Enrico Belli è vicepresidente di una cooperativa di spettacolo ed era il responsabile audio del tour de Il Volo, il trio di cantanti che da anni gira il mondo. «Sarei stato con loro tutto il 2020, tra l’Europa e il Giappone». E invece il lavoro è finito, come tutti gli altri ingaggi live, causa Covid-19.
In Italia è tornato ai Castelli romani, dove vive con la moglie Katia e Alice, la figlia di 13 anni. «Ho fatto subito un piano di “sopravvivenza”, capendo di avere risorse per un anno, tra mutuo bloccato e risparmi. Ma devo reinventarmi, sto approntando una start-up con altre persone, speriamo vada bene. Conosco tanti del mio ambiente che sono già passati a lavorare per Amazon per sbarcare il lunario».
Tutto è iniziato nel 1992, montando le casse e gli strumenti sul palco per Francesco De Gregori. «Ricordo benissimo il mio primo lavoro. Al Palaeur, a Roma, salii sul palco per provare il microfono. Avevo una maglietta di Miles Davis. La marea di gente esplose in un boato e solo lì capii di fare parte di uno spettacolo gigantesco. Corsi a chiudermi in camerino in preda all’emozione». Non ci era arrivato per la passione musicale, comunque. «Come spesso succede nella vita, il caso è stato determinante. Un mio vicino di casa aveva uno studio di registrazione che stava ristrutturando, mi chiese un aiuto. Io mi ero appena diplomato perito elettrotecnico, ero un nerd dell’informatica, e andai a saldare dei cavi. Non sapevo nulla di dove portassero, ma era bello vedere tutte quelle lucine, i mixer, i registratori...». Il nerd ha vent’anni, e inizia a imparare il mestiere del fonico. Il salto nei live, dopo De Gregori, avviene anche lì fortuitamente, e lo porta a curare i suoni dei tour di Roberto Benigni, Articolo 31, Nek, Renato Zero, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Claudio Baglioni, Adriano Celentano e Biagio Antonacci. «È durante una data di Biagio che ho conosciuto mia moglie. Quando abbiamo iniziato a uscire ho messo subito in chiaro le cose: non ci sarò al tuo compleanno, non ci sarò a Natale, e adesso devo ripartire. Lei ha continuato a rispondermi al telefono nonostante la distanza per oltre un anno, e ho capito che era quella giusta». Non una fan, per intenderci, che cerca di conoscerti per arrivare al cantante, come capita di continuo. «Adesso con i social bisogna stare ancora più attenti: ci sono quelle che ti
Cchiedono l’amicizia solo per intrufolarsi ai concerti, oppure che aspettano che tu ti geotagghi in qualche posto per correre lì a incontrare la star di turno».
L’amore è durato ed è anche nata Alice, come la canzone di De Gregori. «Noi dell’ambiente ragioniamo per day-off, giorni liberi. Alice è stata sicuramente concepita in un day-off del tour di De Gregori, era comunque un nome che amavamo da sempre e non abbiamo avuto dubbi».
MILLE LUCINE
Enrico Belli, 49 anni, tecnico del suono. Doveva stare in tour con Il Volo fino a dicembre 2020.
Come si fa a rientrare in famiglia dopo che sono abituati a non vederti mai? «Il lockdown da quel punto di vista è andato bene. Ma non sono un padre assente, ho anche avuto la fortuna di essere presente nei momenti fondamentali, grazie anche a mia moglie che non me li ha fatti perdere. Ho visto i primi passi di mia figlia, le ho insegnato ad andare in bicicletta… In questi mesi invece l’ho aiutata con la scuola. Certo, ci ho messo qualche giorno ad abituarmi, ho i miei ritmi». E il chiodo fisso è il lavoro. «Che è bellissimo e mi manca».
Scusi, chiedo alla fine della telefonata, mi tolga una curiosità: tra tutte quelle spie e rotelline, se ne giro una a caso, non succede niente vero? «Se becchi quella del charleston della batteria magari nessuno se ne accorge, ma se giri quella della voce del cantante sì. Va a fortuna. Come tutto nella vita».