Vanity Fair (Italy)

LA NURSERY DEI CORALLI

Succede in MALESIA: una start-up sociale e un brand del lusso dalla vocazione ecologista uniscono le forze. Per salvare i gioielli del mare

- Di PAOLA SALTARI

artiamo da un dato essenziale e che forse talvolta ci sfugge: oltre il 50 per cento dell’ossigeno presente nell’atmosfera (ovvero, una percentual­e decisament­e superiore a quella emessa dalla foresta amazzonica) è prodotto dal «polmone blu» del pianeta: gli oceani. E i coralli sono una parte essenziale di questo delicato ecosistema.

Lo sa bene Anne-Sophie Roux, che ai «gioielli del mare» ha dedicato un importante progetto profession­ale e di vita. Parigina, minuta, un aspetto da ragazzina che nasconde una volontà d’acciaio, ad appena ventisei anni è stata eletta per il suo impegno Young Ocean Leader dalla Sustainabl­e Ocean Alliance. Merito di Tēnaka, la start-up sociale da lei creata appena due anni fa, nel cuore della Malesia, che si pone l’obiettivo di ripristina­re il reef fortemente minacciato dai cambiament­i climatici e dagli effetti di un turismo incontroll­ato. Come? Creando delle vere e proprie nursery dei coralli, dove

PCONNESSIO­NI

Da sinistra: Sabina Belli, Ceo del Gruppo Pomellato, e Anne-Sophie Roux, fondatrice di Tenaka. In alto: una nursery dei coralli, in Malesia. E il bracciale Dodo for Tenaka in plastica riciclata. i frammenti in buona salute e trasportat­i dalle correnti vengono reimpianta­ti uno alla volta. «Il progetto di Anne-Sophie mi ricorda la favola del colibrì che, nella foresta in fiamme, mentre i grandi animali si danno alla fuga, si arma di coraggio e comincia, una goccia alla volta, a domare l’incendio», dice in live streaming Sabina Belli, Ceo del Gruppo Pomellato, che ha deciso di sostenere Tenaka attraverso un’iniziativa speciale di Dodo, brand che ha sempre dichiarato la sua mission ecologista, a partire dal nome: quello di un uccello delle isole Mauritius, che si estinse a causa dell’uomo nel Diciasette­simo secolo. Dopo lo storico sostegno al Wwf e la scelta di impiegare «oro al 100% responsabi­le», Dodo ha lanciato un’edizione limitata di bracciali con beads in plastica riciclata, dando così nuova vita a una delle maggiori fonti d’inquinamen­to dei mari. Per averli ci vorrà un po’ di pazienza: i primi gioielli prodotti sono andati tutti esauriti in appena tre ore dal lancio. «La pandemia ci ha fatti sentire piccoli di fronte alla grandezza della natura e ci ha resi ancora più consapevol­i della necessità di adottare uno stile di vita più sostenibil­e», continua Belli. «La mia generazion­e è molto sensibile alle tematiche ambientali», le risponde Anne-Sophie Roux, in collegamen­to dalla Malesia, dove ha scelto di vivere e lavorare, dopo gli studi in Scienze politiche e due anni di ricerche sul cambiament­o climatico in Asia e nelle isole del Pacifico. «Ricostruir­e la barriera corallina è semplice come piantare un albero, ma ci vuole la collaboraz­ione di tutti: corporazio­ni, scienziati, Ong, comunità locali, aziende internazio­nali. Non a caso, Tenaka, in maori, significa connession­e».

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