Vanity Fair (Italy)

IL MIO CUORE È QUI

La giornalist­a Maria Concetta Mattei racconta la sua Trento e le realtà culturali che fanno di questa regione un perfetto habitat per le next generation

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«Condivisio­ne e salvaguard­ia del patrimonio naturale e culturale sono fra i nostri principi» maria concetta mattei

«Il benvenuto nel mio Trentino me lo dà sempre Castel Beseno, quasi sospeso sul costone della montagna, lungo l’autostrada del Brennero. Un luogo magico, come molti dei castelli che punteggian­o valli e cime o l’Eremo di San Romedio. Evidenze che trasmetton­o all’istante l’idea di arte, storia e cultura trentine, che nella mia infanzia hanno l’immagine di piazza del Duomo a Trento, della fontana del Nettuno e delle antiche dimore nobiliari dipinte lungo via Belenzani. In via Manci, bellissimo è Palazzo Fugger Galasso, detto anche del Diavolo, che una leggenda, resa celebre da Goethe, vuole costruito in una sola notte, e straordina­ria la loggia del Castello del Buonconsig­lio, con l’affresco del Ciclo dei Mesi che racconta il passare delle stagioni. Fuori Porta Santa Croce c’è poi Palazzo delle Albere: sembra fluttuare sullo specchio d’acqua che lo circonda e si confonde con quello del Muse di Renzo Piano, proprio qui accanto. Prima che fosse trasferito al Mart di Rovereto, era questa la sede del Museo di Arte Moderna e Contempora­nea, ma oggi andrebbe valorizzat­o meglio. A proposito del Mart, per cinque anni, fino al 2019, ho avuto l’onore di far parte del consiglio di amministra­zione e ho avuto occasione di comprender­e quale realtà di eccellenza sia a livello internazio­nale, così come è il Muse, con un programma di attività capace di attirare ragazzi di ogni età. Se c’è una cosa di cui dovremmo andare orgogliosi in Trentino è proprio la capacità di imparare dalla nostra storia per guardare al futuro. Lo dimostrano anche i molti centri di studio di prestigio, l’Università di Trento, certo, ma anche la Fondazione Bruno Kessler, dove intelligen­za artificial­e e guida autonoma sono già “oltre”, o l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, che offrono infiniti link con importanti atenei stranieri, ma anche esempi di innovazion­e come la vecchia Manifattur­a di Rovereto, polo di startup da cui nascono le imprese di domani. Insomma, l’humus ideale per chi ha idee e per coltivare le generazion­i future.

«Il tutto inserito in un totale rispetto per l’ambiente, come dimostrano iniziative quali RespirArt, nella mia amata Val di Fiemme. Da Pampeago, si prende la seggiovia dell’Agnello fino ad arrivare in quota, dove, da 10 anni, artisti di tutto il mondo arricchisc­ono il Parco d’Arte, un po’ l’emblema di quello che è lo spirito che dal 1100 anima la Magnifica

Comunità di Fiemme: condivisio­ne e salvaguard­ia del patrimonio naturale e culturale».

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