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IL FASCINO DI ALA E DEL «MAROCCO» DI RIVA DEL GARDA

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Passeggiar­e per il centro storico di Ala è come sfogliare un ricco compendio di architettu­ra, che va dall’epoca romana, in cui era una stazione di posta lungo la via Claudia Augusta, al Medioevo, quando divenne sede della famiglia dei Principi Vescovi di Trento, fino al RInascimen­to, periodo in cui i Veneziani la trasformar­ono in un polo di produzione di bachi da seta e di raffinata tessitura. Da qui, il titolo di «Città di Velluto», e la fiorente attività commercial­e delle famiglie locali, che sulla scia del modello veneziano divennero abili mercanti capaci di esportare l’«oro di Ala» in mezza Europa. A ricordare questo passato le facciate affrescate e gli affascinan­ti cortili di numerosi edifici, fra cui Palazzo Angelini, dove nei secoli furono ospiti quattro Imperatori del Sacro Romano impero, Napoleone e W.A. Mozart, che ad Ala era quasi di casa. Pare infatti che abbia soggiornat­o anche a Palazzo de’ Pizzini di Lenna, oggi sede del Museo del

Pianoforte Antico, la cui visita permette di toccare con mano gli strumenti appartenut­i, oltre che a Mozart, anche a Schubert, Beethoven e Chopin. Un vero e proprio tuffo nel Medioevo è invece la visita del quartiere del «Marocco» di Riva del Garda, intreccio di vicoli le cui case inglobano le cosiddette «marocche», massi di frana e parti delle mura antiche che risalgono su, fino alla Rocca del XII secolo, dove è ambientato il Museo Alto Garda. Scorci e atmosfere che affascinar­ono Franz Kafka, tanto da ispirargli il racconto Il Cacciatore Gracco.

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