RUSTICO MEDIOEVO
Atmosfere di un tempo nei sei «Borghi più belli d’Italia», veri avamposti di «trentinità»
Sono sei, ma potrebbero essere ben di più i borghi nella rosa dei «più belli d’Italia», perché fra le virtù delle genti trentine c’è sicuramente quella della capacità di conservazione. Il tour di questi avamposti di «trentinità» inizia da San Lorenzo Dorsino, formatosi dall’unione di sette frazioni, dette anche «ville», caratterizzate da abitazioni rurali con essiccatoi, fienili e «pont», rampe carrabili per accedere ai depositi di fieno. Poi, si parte alla scoperta del Parco Naturale Adamello Brenta e, perché no, facendo sosta in qualche malga locale, del gusto unico della «ciuìga», un salume di carne di maiale e rape cotte. Poco distante dalle Terme di Comano si trova invece Rango, affacciato sull’Altopiano del Bleggio. Portici, cantine, androni, vie lastricate che risuonano del rumore dell’acqua fresca di sorgente che sgorga nelle fontane, sotto il Portech de la Flor, per immaginare come poteva scorrere la vita fino a pochi decenni fa. Nella vicina frazione di Balbido si ammirano poi i murales che ne fanno un «paese dipinto», per opera di artisti internazionali rimasti affascinati da queste valli incantate. A Canale di Tenno si fa tappa quando si visita il Garda, o anche il romantico Lago di Tenno, luoghi già di per sé «pittoreschi», non a caso scelti da chi è in cerca di ispirazioni. Lo dimostrano le numerose botteghe e la Casa degli Artisti Giacomo Vittone, che nel mese di agosto ospita «Rustico Medioevo», evento che anima i vicoli di musica, pittura e danza. Perfetto belvedere sulla Valle del Chiese e il Lago d’Idro è il paese dei carbonai, Bondone, che in passato si popolava solo per quattro mesi l’anno, giusto il tempo di produrre il prezioso combustibile, e che oggi attira chi vuole spingersi fino a Castel San Giovanni e alla Cima Tombea, nota come il «giardino sulle Alpi» per la ricchezza di fiori endemici. Suggestivi scorci sulle Dolomiti si ammirano da Mezzano, ai piedi delle Pale di San Martino, un vero museo di vita alpina a cielo aperto, fra lavatoi, orti, piazzette e tablà, i dipinti murali, mentre un inno alla cultura ladina è Vigo di Fassa. Bello arrivarci la sera, per assistere allo spettacolo dell’enrosadira, quando le Dolomiti si tingono di rosa, e «Vich» sembra ancora più autentico. E mistico, nel santuario gotico di Santa Giuliana, magari avvolto nei colori magici del foliage autunnale.