LA CULLA DEGLI SPIRITI CREATIVI
«È difficile per chi viene da una città come Rovereto non sentirsi, quando si parla di cultura, costantemente tirato per la giacca da tempi e prospettive diversissime e spesso contrastanti. Questa parte di Trentino è stata nel Novecento terra natale o fucina di tanti spiriti creativi capaci di segnare con le loro opere la vita di molti italiani. Penso – da editore – in particolare a due personaggi: il primo è Adalberto Libera, architetto, nato a Villa Lagarina e poi trasferitosi da ragazzo con la famiglia, che ha segnato il razionalismo italiano e ha progettato, per esempio, il Palazzo dei Congressi all’EUR di Roma, luogo che fino a un paio di anni fa era il fulcro della piccola e media editoria italiana con la fiera “Più libri più liberi”.
«Ma penso anche a Fortunato Depero che è stato un artista e creativo a tutto tondo. Ricordando l’architetto Libera, è bello muoversi per le stradine seicentesche di Villa Lagarina vicino a Rovereto, fino a incontrare il Palazzo di famiglia, e chiedersi quale sia stato il percorso di quel grande maestro del Novecento; per quanto riguarda invece Depero tutto diventa più magmatico. È affascinante visitare la sua casa laboratorio a Rovereto, così come riconoscerlo seduti a un tavolino di un bar. Perché non c’è soluzione di continuità tra il suo lavoro di designer – l’ideazione della caratteristica bottiglietta del Campari – e la sua continua sperimentazione tra forme, velocità, automi, parole e manifesti, e persino libri bullonati. Una tappa alla sua casa laboratorio a Rovereto fa pensare a quanto i primi decenni del Novecento siano stati esplosivi nell’arte e nella società del nostro Paese.
«Non posso non ricordare ogni volta che mi muovo tra Rovereto e Torbole e Riva del Garda, non solo Goethe e il suo viaggio in Italia, non solo i grandi scrittori e intellettuali del Novecento che qui sono stati ospiti del Sanatorio von Hartungen (oggi se lo cercate chiedete del Miralago a Riva del Garda), da Thomas ed Heinrich Mann a Max Brod o Franz Kafka – ma anche quello stranissimo miscuglio di arte, spregiudicatezza giovanile, spirito d’avventura e guerra che fu il Battaglione dei Volontari Ciclisti Automobilisti che al suo interno contava personaggi come Marinetti, Boccioni, Sironi, tanto per citarne alcuni, e che nel 1915 era proprio a combattere sulle pendici del Monte Altissimo che si specchia nelle acque del Garda.
«Ecco, prima dicevo di prospettive contrastanti. Accanto a queste spinte di assoluta contemporaneità qui c’è un’arte materiale e una cultura espressioni di secolari rapporti con il territorio e le vie di transito. Santuari, castelli o muretti a secco per sostenere strade, sentieri, appezzamenti di terra su terreni ripidi, o capitelli che non sono solo espressione di devozione popolare ma veri e propri punti di riferimento per gli spostamenti. Tra la Vallagarina e la Valle dell’Adige resto sempre colpito dalla forma e posizione dei Castelli di Sabbionara e di Beseno. In Val Rendena per esempio, approfitto di ogni chiesetta tardo medievale per curiosare tra le inferriate e scorgere se possibile l’immancabile lavoro dei pittori itineranti Baschenis: la mia preferita è la chiesetta di San Valentino sopra Vigo Rendena, lungo antichi itinerari di transumanza.
«Chiuderei parlando di occhi. Tra le molte frasi consuete c’è quella che dice quando sia possibile perdersi negli occhi di qualcuno. Be', ci sono occhi che invece di farti perdere ti salvano. Sono quelli dei tanti San Cristoforo che campeggiano in affreschi sulle mura esterne di molte chiese. Patrono di viaggiatori e pellegrini e protettore da morte improvvisa. I suoi grandi occhi sono porto sicuro per il viandante e io amo molto cercarlo e ritrovarlo, per esempio, nelle chiese antiche delle valli di Fiemme e Fassa».
ROBERTO KELLER L’editore di confine Nel 2005, Roberto Keller fonda nella sua Rovereto la Keller Editore, realtà indipendente che si fa da subito notare per le raffinate pubblicazioni, per lo più traduzioni di autori del bacino mitteleuropeo.