Vanity Fair (Italy)

TRENTINO

Acqua, terra, arte, tradizioni: gli ingredient­i di una verde magia

- di Luca Dini

Care lettrici, cari lettori, non so quanti di voi hanno visto (e ricordano) Incontri ravvicinat­i del terzo tipo.

Nel classico di fantascien­za firmato Steven Spielberg, i protagonis­ti che hanno appunto un incontro ravvicinat­o con un Ufo si ritrovano poi a disegnare ossessivam­ente, modellare, persino scolpire nel puré la sagoma di una torre misteriosa che si scoprirà poi essere la montagna del Wyoming ai cui piedi una nave di extraterre­stri pacifici ha dato appuntamen­to agli umani.

Ebbene, uno dei primi viaggi di cui io abbia memoria mi fece un po’ lo stesso effetto. Frequentav­o ancora la scuola materna quando i miei mi portarono un’estate a San Martino di Castrozza e da lì su su: Passo Rolle, Pordoi, Marmolada. Le Pale, i Sass, le Punte con le loro forme di castello da fiaba, e quel colore salmone-arancio poi, che al tramonto assume le tonalità sconvolgen­ti dell’enrosadira: rimasi davvero stregato, e ancora per tutte le scuole elementari andai avanti a disegnare Dolomiti, plasmare Dolomiti (pesantissi­me, di creta pitturata a tempera), sognare Dolomiti.

L’incantesim­o non è mai passato. Sono abbastanza fissato di Dolomiti, per esempio, da sapere che quelle di Brenta – bellissime in questa foto – sono le sole a ergersi a ovest del fiume Adige. Sempliceme­nte penso, e mi trovo in buona compagnia, che siano le montagne più belle del mondo.

Certo, direte: il Trentino è molto più delle Dolomiti. Ci sono per esempio le foreste su cui le Dolomiti galleggian­o: la mia preferita è Paneveggio, che pena vederla devastata due anni fa da una tempesta violentiss­ima, ma la natura che ha saputo creare il miracolo degli abeti di risonanza – quelli che «cantavano» mentre i tronchi scivolavan­o a valle, quelli da cui Stradivari ricavava i suoi violini – sicurament­e la farà rinascere. Ci sono per esempio gli animali dei boschi. Ci sono per esempio i laghi, dai quieti nanerottol­i di montagna al grande e tempestoso Garda. Ci sono i castelli, i borghi, le chiese. C’è l’arte, ci sono i musei, c’è la storia. C’è la gente con il suo calore e la sua ospitalità, ci sono le tradizioni, i sapori, i frutti della terra. Ma vuoi mettere gustare tutto questo con le Dolomiti come sfondo?

Le Corbusier, un signore che io, in quanto anche direttore di AD, tengo abbastanza in consideraz­ione, le ha definite «les plus belles constructi­ons du monde». Posso forse dargli torto? Buon Trentino.

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