PANE E TRENTINO
Questa la «ricetta» di Giancarlo Zeni, Direttore Generale di Alitalia, con un passato come guardia ecologica nella Foresta di Paneveggio e nelle gambe migliaia di chilometri in bicicletta. Proprio come il «cugino», Francesco Moser
«Sono cresciuto a pane e Trentino». Un incipit che la dice lunga sul rapporto fra Giancarlo Zeni e la sua terra, che fa pendant con l’ultimo concetto espresso al termine dell’intervista: «Come si fa a non vivere bene qui?». Nel mezzo, un fiume di esperienze e ricordi: eccoli.
«Pallavolo, sci, bicicletta, arrampicata, parapendio… La mia passione per lo sport e la vita all’aria aperta deriva sicuramente dal territorio delle mie origini, che oggi vivo un po’ come palestra per tutte le attività di outdoor che pratico. Trento è la città dove sono nato e mi sono laureato, mentre San Michele all’Adige, nella Piana Rotaliana, la Val di Non e la Val di Cembra sono i luoghi delle vacanze della mia infanzia. Le estati trascorrevano fra i filari di vite dell’azienda del nonno, negli alpeggi sul Monte Peller e sul Monte Roen, facendo escursioni a Predaia o all’Eremo di San
Romedio, dove si sono sposati papà e mamma (cugina di Francesco Moser, ndr). Poi sono venuti gli anni da sportivo quasi di professione, sempre in giro per la regione (e l’Italia) con la squadra di pallavolo e poi quella di sci. Per questo, le Dolomiti le conosco palmo a palmo, in particolare la zona di San Martino, perché per qualche tempo ho fatto anche la guardia ecologica di supporto alla Forestale di Paneveggio. Nel frattempo ho incominciato a praticare arrampicata e bicicletta, il mezzo a me più congeniale e che mi ha permesso di fare esperienze uniche come la Maratona delle Dolomiti o la Transalp, che in una settimana attraversa le Alpi dalla Germania fino a Riva del Garda, con una media di 100/150 km e dislivelli di svariate migliaia di metri al giorno. La full immersion nel passato del Trentino l’ho avuta con la partecipazione a campagne di scavi archeologici dalle vestigia romaniche di Trento al sito palafitticolo di Fiavé, durante gli anni del liceo. Già ai miei tempi, scuole e università locali erano avanti in tutto, ma oggi sono anche meglio, con campus da far invidia agli studenti americani. E in questa mia iperattività, non poteva mancare il volo: ho il brevetto di parapendio, e il Trentino è un vero hot spot mondiale. Il decollo sulle cime dolomitiche è indimenticabile».