EFFETTO NARCISO
Dove li trovate 300 laghi meravigliosi, ideali per la vela, nuotare, andare in canoa o per fughe romantiche? Tutti così limpidi da specchiarcisi dentro, come nel mito
«Il lago e le montagne sono diventate il mio mondo reale», confidava Georges Simenon, sublime romanziere elvetico. Eppure, ammirando l’iridescente opulenza dei bacini trentini un senso di irrealtà resiste. Sono trecento i laghi del Trentino, il 10% dei laghi dell’intero arco alpino, e ognuno ha un fascino unico. Il più famoso è il Garda, la cui parte trentina era frequentata dalla crème austroungarica, mentre le più ipnotiche sono le acque smeraldine del Lago di Molveno (ma anche quelle del Lago di
Tenno con il suo magnifico borgo, non scherzano!), specchio magico delle Dolomiti di Brenta. Per il 2020 quindici spiagge trentine – sui laghi di Caldonazzo, Levico, Lavarone, Piazze, Piné, Roncone, Serraia e Idro – hanno ottenuto la Bandiera Blu, sinonimo di purezza delle acque e di un’accoglienza top, tra balneazione rigenerante e sport acquatici per tutta la famiglia. Il soave Laghetto Welsperg in realtà è un bacino artificiale ottocentesco: negli anni è diventata una delle mete più ricercate anche per la presenza delle Pale di San Martino, che si riflettono nelle sue acque. Anche il Lago Calaita, poco distante, è uno spettacolare balcone sulle Pale, circondato da belle abetaie. E poi c’è la miriade di bacini in alta quota, territorio ideale per trekking e picnic: come i laghetti del
Corvo, una serie di specchi d’acqua disposti in una piana glaciale sopra i duemila metri, lungo l’antico sentiero del
Passo di Rabbi. In Val di Rabbi, altri laghetti che meritano la visita sono i nove di Sternai, nel Parco dello Stelvio: oasi di pace e colori al cospetto della Cima Sternai.