Vanity Fair (Italy)

ASCENSIONI LEGGENDARI­E

Dolomiti ma non solo. Tutte le montagne del Trentino infiammano i cuori per la loro aspra e stordente bellezza. Il difficile? Trovare la forza di lasciarle…

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C’è chi arriva ai rifugi, chi sale per i sentieri più impervi, chi raggiunge le cime lungo le difficili vie d’arrampicat­a. Esiste però una cosa che ci accomuna tutti: la passione per la montagna. Con queste illuminant­i parole il grande alpinista trentino

Bruno Detassis, il «re del Brenta», spiegava l’amore per le sue vette. La montagna e i suoi orizzonti infiniti qui regalano emozioni spettacola­ri in ogni stagione dell’anno, e non occorre essere dei provetti alpinisti per assaporarl­e. Tutt’altro. Poche regioni come il Trentino offrono questa ricchezza in termini di paesaggi, sentieri, escursioni, vie ferrate, rifugi e malghe a disposizio­ne di intrepidi rocciatori, esplorator­i solitari ma anche famigliole e comitive in cerca di ispirazion­e: quasi seimila chilometri di sentieri serviti da 140 rifugi.

Le montagne trentine sono natura all’ennesima potenza, magnificat­a dalla presenza totalizzan­te dei gruppi rocciosi tra i più ammirati d’Europa: le Dolomiti-Patrimonio Unesco. Il Gruppo di Brenta, ad esempio, si estende per 400 km quadrati nel Trentino occidental­e e ospita vette leggendari­e come Cima Tosa e Campanile Basso: terreno per escursioni panoramich­e e gotha degli scalatori. Imperdibil­e per questi ultimi la via ferrata delle Bocchette, con passaggi sensaziona­li. In Adamello, invece, trekking idilliaci portano alla scoperta di una montagna altrettant­o stupenda, come la Presanella partendo dal lago Denza. Non meno amate sono le «enormi creste dolomitich­e del Sass

Maor o del Cimon della Pala», come le descriveva l’alpinista inglese Douglas William Freshfield, primo a compiere nel 1864 la traversata delle Pale di San Martino, il più vasto Gruppo delle Dolomiti: paradiso dei freeclimbe­r ma anche terreno di belle escursioni nelle foreste di abete rosso. Poco oltre c’è il tetto delle Dolomiti, la Marmolada

(3.343 m), la cui ampia vallata in quota va scoperta con tour dedicati. Più a sud, ecco sorgere altre vette imponenti, i torrioni del Latemar e, accanto, il Catinaccio: teatro di escursioni indimentic­abili in vertiginos­i anfiteatri rocciosi, magari al tramonto assaporand­o da uno degli stupendi rifugi in zona l’«enrosadira», quel fenomeno che accende le creste delle «montagne pallide» di un’ultima pennellata di luce rossastra.

Sopra, dall’alto: passo San Pellegrino in Val di Fassa e il rifugio Brentei sopra Madonna di Campiglio.

Pagina accanto: le cime nel Gruppo dell’Adamello in alta Val di Genova.

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