ONCE UPON A TIME
Gotici, simbolici, creati dalla fantasia: i CASTELLI del nostro Trono di Spade Gothic, symbolic, based on fantasy: the castles of our Game of Thrones
Quando in una storia appare un castello, potete stare certi che l’autore ha la ferma intenzione di introdurvi in un mondo dove le regole conosciute non valgono più, e fate, streghe, fantasmi e orchi sono la normalità. Perché tutto, in un castello, è diverso da quello che appare.
Quello tra castelli e fantasia è un rapporto antico. Per Italo Calvino, uno che non ha mai smesso di esplorare mondi fantastici e lontanissimi, il castello era «un luogo di terrore che nasconde al suo interno la delizia». Come a dire: se il fuori assomiglia a una cittadella fortificata e minacciosa è perché deve difendere un dentro prezioso e invitante.
Ma castelli in aria, e di carte, a parte, che cosa è un castello? Per la Treccani è un «edificio fortificato, cinto di mura con torri, eretto nell’età medievale per dimora e difesa dei nobili proprietari di terre e dei signori feudali». I suoi fan si dividono in due categorie: gli scientifici e i sognatori. Per i primi esiste un’apposita branca dell’architettura, la «castellologia»: a questi interessa soprattutto distinguere un’«arpa» da un «arpione» (e non sono quello che credete). Dei sognatori, invece, fanno parte scrittori, sceneggiatori e bambini
– in testa tutti coloro che davanti a un ponte le
– vatoio sentono i neuroni infiammarsi e uno stormo di corvi levarsi per aria. Qui, parteggiando per i secondi, andremo ad analizzare quattro idee di castelli immaginari, ovvero luoghi letterari che tengono, anche, un piede nella realtà.
Camelot
Il castello dove il leggendario re Artù inaugurò la prima Tavola Rotonda apparve in un poema del francese Chrétien de Troyes che, intorno al 1170, diede inizio al ciclo arturiano. Anche se per molti si tratta di pura invenzione, negli anni gli studiosi si sono messi sulle tracce della sua reale ubicazione.
Chi scrive lo immagina molto simile al suggestivo Forte di Bard, un complesso medievale fatto riedificare dai Savoia sulla rocca che sovrasta l’omonimo borgo valdostano.
Completamente restaurato, oggi il castello contiene un museo delle Alpi, ma certi giorni, alle brume del mattino, su quel sentiero che si inerpica irto verso quel punto sopraelevato sulla Dora Baltea, più di un viandante potrebbe scambiare una coppietta abbracciata stretta per il bel Lancillotto e l’amata Ginevra.
Il castello di Barbablù
La fiaba è conosciutissima: la trascrisse Charles Perrault nella celebre raccolta dei Racconti di mamma
Oca nel 1697. Ne esistono varie versioni, ma in quella classica Barbablù è un uomo molto ricco le cui sei mogli sono tutte misteriosamente morte. All’arrivo della nuova giovane consorte, l’uomo le consegna un mazzo di chiavi che aprono tutte le stanze proibendole, però, di entrare in una. Lui si assenta e la ragazza, trasgredendo l’ordine, scopre i corpi delle donne uccise.
Quello di Barbablù è il castello simbolico per eccellenza: rappresenta la psiche che nasconde luoghi segreti. Nella realtà, il castello dell’inconscio potrebbe assomigliare al maniero quattrocentesco di Torrechiara, in provincia di Parma, utilizzato anche come set del
film Ladyhawke. E non solo per la sua maestosità: secondo una leggenda, nelle notti di plenilunio si aggirerebbe, nei suoi dintorni, lo spettro di una donna murata viva nel castello.
Il castello di Otranto
Scritto nel 1764 da Horace Walpole, frutto del Grand Tour che lo scrittore inglese compì nel nostro Paese attorno al 1740, Il castello di Otranto è considerato il primo romanzo gotico. In questo caso l’autore si ispirò direttamente al castello Aragonese della città salentina, una struttura risalente alla fine del ’400 a forma di quadrilatero, con torri circolari e delimitata da un profondo fossato.
Sotto il piano terra, si sviluppa un intreccio di cunicoli, gallerie e stanzette che va a formare il complesso sistema dei sotterranei, tuttora suggestivi e immutati dalla loro costruzione. È proprio in queste segrete che si svolge buona parte del romanzo, con apparizioni di fantasmi, fughe intercettate, omicidi e apparizioni di scheletri.
ll Trono di Spade
Unica vera epica dei nostri tempi, tratto dal ciclo
Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, Il Trono di Spade è riuscito a dare vita a personaggi e allegorie destinati a restare nell’immaginario pop. Castelli e fortezze sono ovviamente numerosissimi, almeno uno per ciascuno dei Sette Regni di Westeros. Il più iconico resta il castello reale di Approdo del Re, dominio dei Lannister e della spietata Cersei. Un equivalente italiano si può trovare nei pressi di Genova, in località Sant’Olcese, e prende il nome di Forte Diamante. La struttura, del 1756, ha una pianta a stella e sorge a 667 metri di altezza. Nel 1800, durante l’assedio della città da parte degli austriaci (gli Stannis Baratheon di quei tempi), fu teatro di violentissimi scontri ai quali partecipò anche il giovane poeta Ugo Foscolo. Il castello, che al momento è in uno stato di semi abbandono, è raggiungibile soltanto a piedi lungo un sentiero piuttosto ripido. Che però vale tutta la fatica.
«Un luogo di terrore che nasconde al suo interno una delizia» italo calvino “A place of horror that conceals delight within”
When a castle shows up in a story, you can be sure the author is about to welcome us into a world where familiar rules no longer apply, and fairies, ghosts and ogres are the norm. And nothing is what it seems. Castles and fantasy have a long kinship. For Italo Calvino, the castle was “a place of horror that conceals delight within”. Like saying: a threatening fortress, because it has to protect something precious. Apart from those in the air or made of sand, just what is a castle? Dictionaries say it is “a large building, typically of the medieval period, fortified against attack with thick walls, battlements, towers, and in many cases a moat”. There are two categories of fans: scholars and dreamers. The former have a special branch of architectural studies, “castleology”. The latter, with novelists, screenwriters and kids in the lead, get excited about drawbridges and circling murders of crows. Let’s analyze four ideas of imaginary castles, literary locations that have counterparts in the real world.
Camelot - The legendary castle of King Arthur first appears in a poem by French author Chrétien de Troyes, around 1170. Though many see it as pure invention, historians have searched for its real location. I think it must have been similar to Fort Bard, a medieval complex rebuilt by the House of Savoy on a rocky prominence over the namesake town in Val d’Aosta. The restored castle now hosts a Museum of the Alps, but on misty mornings you can easily mistake a strolling couple for Lancelot and Guinevere.
Bluebeard’s Castle - This familiar tale was transcribed by Charles Perrault in the famous
Mother Goose Tales in 1697. There are various versions, but in the classic Bluebeard is a very rich man whose six wives have mysteriously vanished. A new bride arrives, and he gives her a set of keys for all the rooms, prohibiting her to enter just one. In his absence the young woman disobeys, and discovers the bodies of the murdered wives. Bluebeard’s castle is the symbolic castle par excellence: it represents the psyche and its hidden places. The castle of the unconscious might resemble the 15th-century manor of Torrechiara, in the province of Parma. With its own legend about the ghost of a woman who died imprisoned inside.
The Castle of Otranto - Penned in 1764 by Horace Walpole, after a Grand Tour of our country around 1740, The Castle of Otranto is considered the first Gothic novel. The author took direct inspiration from the Aragonese castle of that city in Salento, dating back to the late 1400s. Underground tunnels and rooms form a complex system, still impressive and intact. Much of the tale happens in these dank dungeons, complete with ghosts, murders and skeletons.
Game of Thrones - The true epic of our time, from the cycle A Song of Ice and Fire by George R.R. Martin, Game of Thrones has produced characters and allegories destined to survive in pop imagination. Castles and fortresses abound, at least one for each of the Seven Kingdoms of Westeros. The most iconic is the royal castle of King’s Landing. An Italian equivalent exists near Genoa, at Sant’Olcese: Forte Diamante. Built in 1756, it has a star-shaped layout, at a height of 667 meters. The castle is now almost abandoned, and can be reached only on foot, along a steep trail. But it is worth the trip.