NETTARE MIRACOLOSO
Da nobili vitigni dalle antiche origini, ben 8 Doc, fra cui il Marzemino. Che qui trova anche la sua «basilica»
Un territorio quasi completamente montuoso per una regione poco popolata, che però dà vita a otto favolose DOC. Tre le principali: Trentino, Trento e Teroldego Rotaliano. Il miracolo trentino si deve certamente alla fortunata combinazione fra la morfologia naturale, le particolari condizioni climatiche e la tradizione produttiva che affonda le radici in epoca romana. Risultato, un’area di viticoltura montana tra le più importanti d’Italia e d’Europa e la presenza di vitigni autoctoni come, per esempio, il Nosiola (da cui si ottiene anche il Vino Santo) nella Valle dei Laghi e il Marzemino della Vallagarina. Se del primo è curiosa la denominazione, che evoca il sentore e la sapidità del frutto acerbo del nocciolo selvatico, del Marzemino lo è l’origine stessa, che riporta addirittura alla lontana Asia. A importarlo in terra trentina furono i mercanti della Repubblica di Venezia, che a partire dal Rinascimento fecero di Ala e della zona di Rovereto le loro basi per i commerci d’Oltralpe. In particolare, i terreni attorno a Isera si rivelarono col tempo ideali per questo vitigno, che più di recente, nella sottozona detta “dei Ziresi”, ha dato vita al Trentino Doc Superiore Marzemino. Ne sanno qualcosa i Grigoletti, dinastia di viticoltori da quattro generazioni, che dagli anni Ottanta, a Nomi, davanti ai Ziresi, hanno una nuova sede.
Qui, ognuno ha il suo da fare: i nonni Bruno e Aida, il figlio Carmelo con la moglie Marica, e i nipoti Federico e Martina, in un’economia circolare che vede tutti coinvolti e con un ruolo. Gente devota al proprio mestiere e alle proprie uve, tanto da dedicare loro una serie di luoghi speciali: la Càneva di Bacco, il Tempio Rosa in omaggio alle donne di casa, e La Basilica del Vino, barricaia pensata invece per gli uomini Grigoletti, così chiamata per l’originale stile architettonico evocativo dei luoghi sacri. E in effetti, qualcosa di sacro al suo interno c’è: oltre al Marzemino, anche il San Martim, passito derivato dall’appassimento di tre uve, Traminer aromatico, Chardonnay e Vitigno Piwi Johanniter. Segno di un Trentino che sa sperimentare.