Distillati d’amore
«Nobilitiamo la filiera del vino e facciamo conoscere tutta la qualità del territorio»: Alessandro Marzadro, responsabile marketing della Distilleria Marzadro, racconta come le grappe siano un prodotto sempre più ricercato fra quelli tipici del Trentino
«Viviamo in una terra bellissima, con montagne e vallate stupende, però il Trentino è noto non solo per le Dolomiti o il Garda ma anche per i suoi prodotti tipici. E anche noi facciamo orgogliosamente parte di un settore, quello delle grappe e distillati, che nella provincia è molto noto e apprezzato visto che in un territorio, tutto sommato non esteso, esistono oltre 30 distillerie: un patrimonio radicato centrale nell’immaginario non solo dei locali ma anche dei turisti. È dal 1949 che Marzadro distilla grappe, quindi il legame con la terra e la provincia per noi è fondamentale: e questo valore lo trasmettiamo sempre di più anche ai visitatori, che vengono da noi per capire come il prodotto finale sia il risultato di un viaggio bello e complesso a cavallo di tradizione e innovazione, con la qualità al centro: quello dei distillati è un mondo affascinante che si è evoluto parecchio rispetto agli albori, quando la grappa veniva fatta nel sottoscala dall’anziano contadino di turno. E questo lo vogliamo spiegare ai visitatori che vengono a farci visita nella nostra cantina, Madonna delle Vittorie ad Arco, o in distilleria a Nogaredo. La grappa si colloca alla fine del ciclo dell’uva e questo ci consente di raccontare loro tutta la filiera agricola del Trentino, con un comparto vino importante seguito da uno distillatorio altrettanto cruciale per l’economia locale, visto che valorizziamo e nobilitiamo quello che senza di noi sarebbe solo uno scarto post-produttivo del vino. In realtà, il distillato è un prodotto di fascia alta, con un consumatore evoluto e consapevole, e questo ha un effetto positivo anche per la provincia, che è una realtà “provinciale evoluta”, con una popolazione limitata ma distribuita su un territorio morfologicamente complesso.
«Con ciò, i servizi base funzionano bene dappertutto, e questo contribuisce a tenere alta la qualità della vita trentina, un fenomeno percepibile nel fatto che anche i piccoli comuni, a differenza di altre parti d’Italia, restano abitati e non si sentono periferici. Su questa realtà si innerva il turismo, ben visto dalla popolazione anche perché sviluppato su un “modello bilanciato”, in cui non si vedono fenomeni estremi come a Venezia, con i visitatori che “occupano” la città togliendo spazio vitale ai residenti e snaturandola. In Trentino è diverso, c’è un rapporto giusto tra turisti e abitanti, con questi ultimi che si spendono in prima persona per “proteggere” gli ospiti e mostrare loro realtà autentiche e reali, non solo belle cartoline senza vita vera».