TrentinSushi e capre felici
Myrtha Zierock Foradori, socia dell’Azienda Agricola Foradori di Mezzolombardo, ci racconta come ha dato vita a un modello di azienda diversificata biodinamica
«Mucche al pascolo tra i filari di vite. È questa l’immagine che meglio rappresenta la nostra azienda oggi. Capita ancora che qualcuno si stranisca, che pensi che sia un’invasione di campo irregolare, ma non è così. È l’aspetto più evidente di un lungo processo che, dal 2000 a oggi, ha portato quella che era “solo” una realtà vitivinicola (benché storica e rinomata anche all’estero) a essere uno dei rari esempi di azienda realmente diversificata sul territorio.
«Il paesaggio meraviglioso in cui siamo immersi pone dei limiti: o montagna, o centri abitati, e quel poco che resta nel mezzo è occupato da viti e frutteti, e trovare oggi un appezzamento di terreno vergine è impossibile. Ma non si tratta di una semplice ottimizzazione dei risultati, bensì della forte volontà di proporre sul mercato prodotti genuini, frutto di un’agricoltura biodinamica e di un ciclo chiuso autentico. I nostri vitigni si sviluppano su pergole larghe 6 metri, perfette per “ospitare” sia le mucche in transito, sia le distese di ortaggi. Da marzo abbiamo anche dato il via a un piccolo caseificio dove trasformiamo il latte, così ricco e vivo che un vasetto di yogurt ti sazia. Una freschezza che arriva intatta anche a casa con un click (foradorialimentari.com). Chi viene in Trentino, può provare i nostri prodotti anche in alcuni ristoranti, come l’Osteria Al Silenzio di Rovereto. Due i buoni motivi per fermarsi qui: l’originale TrentinSushi, a base di verdure biodinamiche e salmerino locale, accompagnato da una carta dei vini di ricerca, con piccoli produttori di qualità, e il vicino Museo Civico
di Rovereto, una scoperta recente anche per me. Ha una bellissima esposizione interattiva che illustra le piante del Parco Naturale Locale del Monte Baldo, offrendo uno stimolo in più a prendere la macchina per percorrere quei 20 minuti che portano fino al “Giardino d’Italia”. Un luogo che mi rilassa, per i panorami mozzafiato sulla Valle dell’Adige e il Garda, e per la varietà di flora alpina che si può ammirare.
«Le guide del parco organizzano anche escursioni con gli asini, utili se si viaggia con bambini al seguito, fino ad arrivare in malga. Fra le tappe gastronomiche in alta quota che consiglio, sopra il paese di Villazzano c’è il Rifugio Pino Prati ai Bindesi, proprio accanto all’arrampicata per antonomasia, la Falesia dei Bindesi. È un belvedere sulla valle, perfetto per godersi il panorama, l’aria fresca anche in estate e un buon piatto di canederli, gnocchi di patate ripieni al Puzzone di Moena e gulasch di manzo. Una recente escursione mi ha invece portata nella Valle dei
M˜cheni, che tenendo fede alla sua storia di accoglienza di minoranze culturali, oggi ospita anche Agitu, una ragazza etiope che ha fatto degli ampi pascoli ai piedi del Lagorai la sua casa, e quella di decine di capre autoctone che oggi sono al vertice di una filiera di prodotti bio molto apprezzati. Anche lei è un’imprenditrice 2.0, con tanto di sito e e-commerce. Il link? È tutto un programma: lacaprafelice.com».