Vanity Fair (Italy)

RICORDI E RIMPIANTI

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re 22.45, continuo a cambiare canale senza guardare nulla. Parlano tutti. Rimpiango l’estate del «Siete pronti per la prova costume?», dei drenanti in farmacia per snellire le gambe, quando l’unico

Odramma era quello di non portare in vacanza anche quel pizzico di cellulite. Continuo a cambiare canale e niente mi rassicura, parlo con i miei inestetism­i e vorrei trovare un posto anche per loro, invece: CRISI, RECESSIONE. Che palle! Non voglio più vedere né sentire, vorrei soltanto poter tornare a fare. Se continuano queste riaperture senza futuro, che sanno più di passato che di presente, io non uscirò più di qui e con me anche la mia ritenzione idrica che quest’anno avrebbe ricevuto copertine memorabili di illustri giornali da spiaggia. Peccato! Ore 2.45, continuo a cambiare canale. C’è un programma con delle ragazze che ballano dentro vestitini quadrettat­i. Sono tantissime, sembra un rave a tema «picnic». Resto ipnotizzat­a.

Se questo Covid non mi ha dato alla testa, giurerei che quella che canta in un perfetto playback Margherita­ndo il cuore (famosissim­a hit del 1994) sono io! Palme, piscina riscaldata, boccoli chimici all’odor di schiuma Cielo Alto, Please Don’t Go che incalza e spassose coreografi­e degne di un nobile villaggio vacanze.

Sapete che faccio? Io quest’anno vado in ferie a Non è la Rai, richiamate­mi quando qui si tornerà a investire sul futuro...

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