C’era una volta
La scoperta della formula del rossetto, le prime fragranze scultura e un nome ispirato al cinema. Un marchio da 100 anni segna la storia del made in Italy nel mondo
«Da una piccola officina a conduzione familiare è nata un’azienda che nel 2022 ha sfiorato i 6 milioni di fatturato. Grazie a un NONNO VISIONARIOÈ
Come se giocasse al piccolo chimico, Spiridione Calabrese, fondatore di Rudy Profumi, più di cento anni fa miscelava colorazioni per capelli nel salone di barberia di famiglia, in via San Paolo a Milano. Per caso, un giorno, scoprì la prima formula del rossetto in stick, ottenuto da polveri pressate per colorare le labbra. Era il 1920 e l’ingegnoso sperimentatore decise di lanciare una linea cosmetica di nome Rudy. «Nei ruggenti anni ’20, le prime marche di profumi, saponi e cosmetici divennero un simbolo di libertà e di emancipazione femminile», racconta Cristina Calabrese, nipote di Spiridione e Product Manager del brand gestito dalla quarta generazione della famiglia del nonno. «Fu attento alle tendenze e al fenomeno del momento, il cinema. Scelse il nome Rudy per la sua azienda proprio in onore del famoso attore italiano Rodolfo Valentino». Così da una piccola officina a conduzione familiare è nata un’azienda che nel 2022 ha sfiorato i 6 milioni di fatturato.
«Il successo all’inizio fu merito dei film muti e in bianco e nero. Trucco e rossetto in assenza di colori rendevano più intense e intriganti le espressioni delle star». Nel 1930 la produzione di Rudy si estese e nacque la prima fragranza, Preludio Romantico, che, seguendo i trend di allora, venne proposta in flaconi scultura. L’estetica dei collectables ha definito dal primo giorno il Dna del marchio, che tra i suoi best seller annovera la linea Le Maioliche, profumi e prodotti per la cura della persona in un pack dal gusto ricercato. «I vasi e i flaconi sono realizzati con disegni fatti a mano su ceramica e poi stampati, e racchiudono fragranze esclusive che evocano il Bel Paese», conclude Cristina Calabrese.