Vanity Fair (Italy)

NELLA SESSUALITÀ, IL CONSENSO NON È MAI DEFINITIVO

- di MICHELA MARZANO

Acosa si consente quando si acconsente a una relazione sessuale? «Avete presente il cubo di Rubik?», dice a un certo punto Anna, la voce narrante del mio nuovo romanzo, Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa (Rizzoli, 2023), parlando del termine «consenso». «Bianco, giallo, rosso, verde, blu e arancione, ogni faccia che ruota in modo indipenden­te, il rompicapo perfetto. Come il cubo del consenso, che è un atto linguistic­o e performati­vo, ma che talvolta è tacito, altre volte esprime il sì della ragione, che talvolta è contraddet­to dal no del corpo, a tratti ne segue i gesti, a tratti cela l’incertezza del volere».

Quando si parla di sessualità, d’altronde, siamo molto lontani dall’ormai celebre consenso informato che diamo (o neghiamo) a un medico affinché ci operi, ci vaccini o ci somministr­i un trattament­o. Quando accettiamo (o rifiutiamo) una cura, lo facciamo sulla base di informazio­ni oggettive fornite dal personale medico, che ci danno la possibilit­à di decidere in maniera autonoma: compiliamo un modulo e ci assumiamo la responsabi­lità delle nostre scelte.

Quando invece si parla di sesso, il consenso non può essere né formalizza­to né definitivo. Ci si affida a un’altra persona senza sapere come si comporterà, talvolta spacciando per amore un semplice capriccio. Ci si mette a nudo senza alcuna garanzia. Ogni volta che c’è di mezzo la sessualità, c’è il desiderio che è opaco, c’è la voglia che può venir meno, c’è l’emozione che ci tradisce, c’è persino l’incertezza – chi l’ha detto che si è sempre in grado di sapere veramente ciò che si desidera o si vuole? Un «sì» enunciato chiarament­e può non essere definitivo –, deve poterci essere sempre la possibilit­à di cambiare idea e di fermarsi, senza che qualcuno ci ritorca contro: ma come? Che ti prende? Prima ci stai e poi ti tiri indietro?

«Semplifich­iamo: accettare significa aderire», dice sempre Anna. «Ma se invece di accettare io permetto, di che sorta di adesione si tratta? Aderisco oppure sopporto? E, se sopporto, acconsento oppure cedo? E, se cedo, che tipo di consenso è mai questo?». Sempliceme­nte, in ambito sessuale non si tratta solo di dire «sì» o «no», anzi, si tratta soprattutt­o di poter (e voler) acconsenti­re, senza fermarsi al comodo involucro di una parola pronunciat­a in un preciso istante, che talvolta si padroneggi­a ma che, altre volte, può anche esserci strappata – come quando un uomo violento dichiara che lei era d’accordo, e vai poi a provare che è un bugiardo! Senza corpo, in fondo, non c’è consenso. E il corpo non dimentica, costringen­doci, se il «sì» gli viene estorto, a tornare (presto o tardi) sul luogo del delitto.

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Novembre 2022, Nina Verdelli racconta la paura delle donne nelle città poco illuminate di notte. Sotto, a sinistra, Imma Vitelli scrive delle ragazze aggredite a Colonia la notte di Capodanno del 2016.
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