SOCIAL: il bisogno di tornare sociali
Esiste un doppio inconveniente con quelle piattaforme in cui il contenuto – testo, foto o video – ci viene mostrato principalmente sulla base delle nostre reti sociali. 1. Aumentano l’effetto echo chambers, le polarizzazioni e i conflitti, con buona pace della diversità di pensiero. 2. Aumentano le probabilità di ritrovarci nel feed contenuti non interessanti: solo perché sono prodotti da nostri amici, non significa mica che quei contenuti siano validi (figurarsi poi da amici che abbiamo smesso di frequentare anni fa, vedi Facebook). E così è come se fosse in atto una polarizzazione. Da una parte le grandi piattaforme hanno iniziato a mostrarci sempre più contenuti anche sulla base dei nostri interessi. Recommendation media, li chiama qualcuno, visto che sono contenuti raccomandati da un algoritmo ogni giorno più preciso. Tiktok indica qualcun altro, e tutti quelli che gli stanno andando dietro.
La Tiktokizzazione di internet, iniziata nel 2022, interessa sempre più piattaforme, che saranno spazi fatti di esperienze personali, uniche e chiuse. Dall’altra parte – complementari ai recommendation media – compariranno forse altri spazi, più compartimentati e piccoli: quelli che mi piace chiamare nanosocial.
Sono piattaforme di messaggistica o mail, che si stanno facendo sempre più social: Whatsapp, Telegram, Substack; social decentralizzati come Discord, con le «stanze» tematiche; nuove creature come Mastodon, un Twitter diviso per comunità basate sugli interessi.
La nostra presenza digitale sarà sempre più frammentata. Scrolleremo in solitaria il nostro personalissimo «Per Te» su Tiktok; ma parleremo pure con altri di lavoro su Linkedin, di cultura su Substack, di videogiochi in una stanza su Discord.
Perché sì, sentiremo sempre il bisogno di condividere le nostre passioni con altri umani, di avere conversazioni interessanti e pulite, scevre da tossicità e condizionamenti dell’algoritmo. Di essere, nonostante tutto, esseri sociali.
FRANCESCO OGGIANO
Digital journalist, è uno dei volti di Will Italia. Cura la newsletter Digital Journalism ed è host del podcast quotidiano Closer. Ed è autore del libro Sociability, Come i social stanno cambiando il nostro modo di informarci e fare attivismo (Piemme).