Vanity Fair (Italy)

«LETTORI PER COMPAGNI DI VIAGGIO. “CIAO DIR”. È UN SALUTO BELLISSIMO»

- LUCA DINI È stato Direttore di Vanity Fair da febbraio 2006 a maggio 2017.

In questi vent’anni abbiamo scoperto che le parole sono importanti, e che quelle che ci sembravano inoffensiv­e ieri in realtà facevano piangere qualcuno di nascosto, finché quel qualcuno non ha più accettato di piangere di nascosto. Abbiamo scoperto che i diritti civili non vanno solo conquistat­i ma protetti ogni giorno, perché il progresso, come il gioco dell’oca, non è un percorso lineare, e c’è sempre qualcuno che ci vuole far tornare indietro di qualche casella. Non abbiamo ancora capito, purtroppo, che i diritti non sono un gioco a somma zero, e che riconoscer­ne a qualcuno non vuol dire rinunciare ai propri: al contrario. E non so se lo capiremo mai.

Abbiamo scoperto che non basta il crollo di un muro a far finire le guerre, e che la pace che abbiamo vissuto dal primo giorno della nostra vita nella nostra oasi felice non è una condizione naturale ma una tregua da rinnovare e difendere tutti i giorni.

Non abbiamo ancora davvero capito che essere nati qui invece che nelle terre da cui scappano quelli dei barconi non è un merito ma una semplice questione di fortuna, però credo sia solo questione di tempo.

E non abbiamo ancora davvero capito nemmeno che le donne dovrebbero governare il mondo, ma anche per quello spero sia solo questione di tempo.

Abbiamo scoperto che una guerra si può chiamare pandemia o desertific­azione, ma sempre guerra è.

Abbiamo scoperto che stare vicini a chi si ama, viaggiare liberament­e, respirare l’aria a pieni polmoni non sono privilegi da dare per scontati: cerchiamo di ricordarce­lo.

Abbiamo scoperto che i telefoni fissi non servono più a niente, che i tablet erano un bluff, e che con gli smartphone si può fare tutto, ma non guardare le persone negli occhi davvero. Io poi ho scoperto che fare il direttore, oltre che un lavoro, è un’avventura. Che, come galleggiar­e nell’acqua, ti viene naturale, ma fino a un minuto prima non sai se affonderai. Che ogni lettore è un compagno di viaggio che ti arricchirà per sempre. E che «Ciao dir» è un saluto bellissimo.

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