TERAPIE TMS E TDCS, DOVE E COME IN ITALIA
Per la neuromodulazione non invasiva è necessaria una prescrizione medica. Occorre quindi avere una diagnosi e un programma terapeutico stabilito da un medico specializzato, che sia uno psichiatra, un neurologo o un fisiatra. In Italia la neuromodulazione si esegue in centri clinici privati (per una sessione di stimolazione i costi variano dai 100 ai 200 euro) perché non rientra nelle prestazioni ambulatoriali previste dal Sistema Sanitario Nazionale. Tuttavia alcune strutture pubbliche impiegano già gratuitamente queste terapie non invasive all’interno di alcuni programmi con approcci multidisciplinari. «Attualmente, nelle nostre strutture, pratichiamo la TMS o la stimolazione a corrente continua sui pazienti ricoverati o che accedono in day hospital quando all’interno del loro programma di cura è prevista la neuromodulazione», spiega il professor Luigi Tesio, primario di Fisiatria e Direttore del Dipartimento di Scienze Neuro-riabilitative e del Laboratorio di Ricerche di Riabilitazione Neuromotoria DELL’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano. «In genere è richiesta all’interno di programmi psichiatrici per curare dipendenze o depressione, oppure per intervenire su dolori da lesione del sistema nervoso centrale, di natura motoria o ancora per problematiche neuropsicologiche, come afasie e disturbi del linguaggio connessi a lesioni cerebrali. La terapia da sola è indicata in poche circostanze, sebbene nel dolore da lesione cerebrale possa funzionare, così come su certi disturbi del linguaggio. In tutte le altre situazioni viene inserita all’interno di un programma integrato», spiega il primario, precisando inoltre che «la neuromodulazione è una tecnica molto interessante, non è invasiva, ha pochi effetti collaterali e soprattutto quella a corrente continua non ha praticamente controindicazioni. I campi di applicazione sono vasti e la prospettiva è che possa diventare, nel tempo, un approccio di routine. Ma è bene tenere presente che si tratta di una terapia, non di una soluzione “magica”: per affrontare una determinata patologia, la cosa da cercare non è la stimolazione cerebrale in sé ma lo specialista che tratta quel problema. Sarà lui a valutare se e in quali termini sarà opportuno prevederne l’applicazione».