Contenere l’inquinamento: LE RICADUTE SULLA FERTILITÀ
Ipilastri del benessere sono uno stile di vita sano e rispettoso dell’ambiente, un regime alimentare genuino come la dieta mediterranea e la prevenzione. Sensibilizzare su questi temi è essenziale per garantire un buon livello di salute della popolazione, oggi esposta a un ulteriore pericolo costante e insidioso: l’inquinamento atmosferico. Secondo recenti rilievi dei ricercatori del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus, la concentrazione media giornaliera di polveri sottili in città del Nord Italia come Milano, Padova e Verona ha superato i 75 microgrammi per metro cubo. Per valutare la portata di queste cifre, è sufficiente sapere che la raccomandazione dell’organizzazione Mondiale della Sanità è di evitare che la concentrazione media annuale di queste polveri superi i cinque microgrammi per metro cubo d’aria. L’alto livello di agenti inquinanti nell’aria di molte città italiane è una delle principali cause dell’infertilità maschile e femminile, e dell’insorgenza di malattie genetiche. Diversi studi evidenziano che l’inquinamento atmosferico ha un effetto negativo sui processi chimici che avvengono nel corpo femminile e sui valori della’ mh, l’ormone della riserva ovarica, e che le donne che si sottopongono alla fecondazione in vitro hanno risultati più bassi se esposte. Le polveri sottili si accumulano negli organi riproduttivi attraverso la barriera emato-testicolare, quella placentare, epiteliale e altre barriere che proteggono i tessuti. Oggi si ritiene che lo stress ossidativo, l’infiammazione e l’apoptosi – la morte programmata di una cellula a un certo punto del suo ciclo vitale – contribuiscono alla tossicità riproduttiva e possono causare danni a livello molecolare e genetico. Non solo: l’inquinamento dell’aria può incidere sulle malformazioni cardiache congenite e sulla normale crescita fetale, produce nell’uomo un aumento dello stress ossidativo a livello del liquido seminale e compromette parametri vitali come la motilità degli spermatozoi e la qualità del Dna, riducendo la capacità degli spermatozoi di fecondare. Non si conoscono bene i meccanismi di queste alterazioni, se non quelli dello stress ossidativo, su cui è possibile intervenire assumendo sostanze antiossidanti come la vitamina C, la E e il resveratrolo. Se questa terapia non è in grado di ripristinare la normale fertilità, è necessario ricorrere a tecniche di procreazione assistita (PMA), meglio ancora se associate a una diagnosi preimpianto, per verificare se l’embrione da trasferire in utero presenta o meno alterazioni genetiche. La lotta all’inquinamento diventa quindi fondamentale se vogliamo offrire alle prossime generazioni nuove prospettive di crescita e una vita sana. Misure preventive come il congelamento degli ovociti nelle donne al di sotto dei 35 anni che non hanno ancora un programma di maternità è una tecnica sicura ed efficace. Ma non dimentichiamo che anche il liquido seminale è in costante discesa: il congelamento dello sperma o quello del tessuto testicolare è quindi ugualmente consigliabile per l’uomo.
ERMANNO GRECO
è presidente della Società Italiana della Riproduzione, professore straordinario in Ostetricia e Ginecologia all’università Unicamillus di Roma.