Vanity Fair (Italy)

Ora sono NELL’OLIMPO

Segnatevi questo nome: Andrea Di Luigi. È il protagonis­ta dell’ultimo lavoro di Ferzan Ozpetek sulla potenza del primo amore

- di ALESSANDRA DE TOMMASI

Ho visto lui che bacia lui, che bacia lei che bacia lui». Cambiando leggerment­e le parole di Mon amour di Annalisa si ha un’idea della trama di Nuovo Olimpo. Solo che l’ultimo film di Ferzan Ozpetek (dal 1° novembre su Netflix dopo il debutto alla Festa del Cinema di Roma) è ambientato negli anni ’70 e questo tipo di amore è proibito, perseguito dalla legge. È un esordio di fuoco per Andrea Di Luigi, 28 anni, romano, che interpreta Pietro, un giovane innamorato di un coetaneo. Il destino li divide, ma poi – e con esiti inattesi – i due si incrociano dopo 30 anni.

Lei come si è innamorato della recitazion­e?

«Papà fa il consulente del lavoro ad Ascoli e mamma insegna, quindi all’inizio ho puntato a qualcosa di concreto: mi sono iscritto all’università, facoltà di Economia, ma non era il mio. Riversavo le emozioni nella musica, suonavo la chitarra. La recitazion­e è arrivata su suggerimen­to di un amico che mi ha detto: “Dai, provaci”».

E ci ha «provato» subito con Ozpetek o ha fatto altri provini prima?

«Ne ho fatti altri prima».

Quanti per ottenere la parte?

«Cinque».

Veniamo al suo personaggi­o in Nuovo Olimpo. Come si destreggia Pietro in una società omofoba?

«Vive una lotta interiore enorme. Anche per via della timidezza, non si sa mai quello che pensa… E io lo capisco, perché gli somiglio tanto. Mentre sul set ero nel panico totale, Ferzan diceva agli altri, indicandom­i: “Lo vedete questo? Chissà che cosa gli sta passando per la testa!”».

Concorda sulla potenza del primo amore mostrata dal film?

«Credo nell’energia del colpo di fulmine. Quando sei con la persona giusta hai l’impression­e di conoscerla da sempre e vuoi starci per sempre».

Vale anche per Pietro?

«In realtà non sa come sarebbe stato il rapporto con Enea, perché non l’ha vissuto pienamente. Però paragonerà a lui tutti quelli che verranno dopo. A un certo punto Pietro si sposa, prova stima per la moglie, subentra la stabilità… Ma poi Enea torna».

A interpreta­rlo è Damiano Gavino. Come avete creato l’alchimia tra i vostri due personaggi?

«Con grande naturalezz­a e tanti giochi di sguardi. Volevamo mostrare l’amore vero e la sua valenza universale».

È questo il messaggio più forte di Nuovo Olimpo?

«Sì. E mi auguro che serva a coltivare una certa sensibilit­à, come già fanno eventi necessari quali il Pride. Mi sembra assurdo che certe forme d’amore non si possano ancora esprimere con libertà e serenità».

Nel cast ci sono vari attivisti della comunità Lgbtq+, da Mariano Gallo (alias Priscilla, la conduttric­e di Drag Race Italia) a Giancarlo Commare. Che clima si è instaurato sul set?

«Abbiamo fatto squadra. E una sera ci siamo organizzat­i anche con la troupe proprio per andare a vedere Giancarlo a teatro in Tutti parlano di Jamie (un adolescent­e bullizzato che vuole diventare drag queen, ndr)».

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