Vanity Fair (Italy)

VIA DI FUGA

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ed è praticamen­te una serie di cristalli trasparent­i montati in modo che illuminino la pelle di chi la indossa facendo brillare l’unicità della persona. Skims fa la stessa cosa con la gamma di colori dei suoi prodotti. Unire i due mondi era per me quasi scontato».

Non si è occupata soltanto della collezione. Ha voluto anche mettere la sua impronta artistica sulla nuova, grande boutique di New York…

«Guardi, quando mi inviavano le fotografie dei primi angoli della boutique, mi venivano i brividi. Ho lavorato per tanti mesi con team creativi sparsi in tutto il mondo. Volevo che questo negozio, ma anche quelli più piccoli che apriremo in tutto il mondo, restituiss­ero l’idea di entrare in un cofanetto di gioielli, a volte persino di penetrare dentro un cristallo.

Mi piace l’idea di accogliere le persone in un luogo che sia per metà un negozio di caramelle e per l’altra una gioielleri­a. Ecco, diciamo che non sarà per niente uno spazio timido».

La sua storia creativa, da quando era stylist fino a oggi, sembra proprio il contrario della timidezza…

«Per forza. E direi anche per fortuna. Sa che cosa mi ripeto sempre?».

Che cosa?

«Il mio mantra è semplice: perché annoiare? Perché annoiarsi? Ho sempre creduto che bisogna essere audaci. E che l’audacia, il coraggio siano le migliori vie di fuga dalla noia. La sorpresa, l’emozione sono le chiavi della mia estetica, il mio credo. E poi, come dice Madonna, se sei una donna e hai un messaggio, devi gridarlo. Altrimenti non ti ascoltano».

E l’hanno sempre ascoltata?

«Sì. E non solo per l’audacia o il coraggio. Mi sono fatta ascoltare per la perseveran­za. Diana Picasso mi ha detto

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